Letta: “Nuovo programma, non lascio. Chi vuole il mio posto lo dica”
Enrico Letta presenta il suo documento programmatico “Impegno Italia” per rilanciare l’azione di governo. Si tratta, in sostanza, di un nuovo patto avente ad oggetto le riforme istituzionali e il rilancio dell’economia. “Non metto una scadenza temporale a Impegno Italia” dice Letta che poi aggiunge: “Questo patto lo offro ai partiti, al Parlamento, ai cittadini che ci stanno seguendo in questo momento. Qui dentro ci sono molte idee, c’è una visione di cambiamento dell’Europa” e una “visione di Italia che riparte”, ha detto il premier.
Nessuna intenzione di fare un passo indietro, quindi. Anzi, arriva anche una puntura a Matteo Renzi: “Ognuno deve dire cosa vuole fare, soprattutto chi vuole venire al mio posto. Sono molto orgoglioso di quanto fatto, viste le condizioni difficilissime nelle quali ho operato”. Il premier ribadisce poi di essere “sereno e orgoglioso della mia squadra: abbiamo preso il timone dell’Italia e oggi la crescita del paese ha il segno più. Dieci mesi fa aveva il segno meno. Inoltre oggi lo spread è sotto i 200 punti e il debito pubblico scende per la prima volta dopo 6 anni. Per la prima volta abbiamo iniziato un anno solare senza emergenza finanziaria. Sono tutti elementi essenziali per far sì che al più presto i cittadini tocchino con mano questi benefici”.
Poi Letta ha indicato la cifra di 30 miliardi di euro per la ripresa, che arriverà dalla spending review, dal rientro dei capitali all’estero e dalla minore spesa per interessi. Sono “tre i principali obiettivi di entrata”. Il primo “è prendere sul serio la spending review: Cottarelli ha presentato degli obiettivi, io li ho ritarati sulla prudenza perché sono un uomo prudente, su quello che è effettivamente raggiungibile, e penso che tra quest’anno e la Legge di Stabilità 2015 oltre ai 3,6 già previsti di metterne altri 13. Questo è fattibile. E da questo, dal rientro dei capitali e dal risparmio sui tassi di interesse, troveremo i 30 miliardi per il rilancio nel biennio 2014-2015″.
Per quanto riguarda il tema della durata dell’esecutivo, Letta non indica scadenze: «Credo che la data del termine di `Impegno Italia´ sia legata al completamento delle riforme. Quando saremo in grado di fare una legge elettorale, quando saranno riformati il Senato e il titolo V della Costituzione, allora sarà terminato il lavoro». Nessuna remora nel rispondere alle domande dei cronisti, che lo hanno stuzzicato sui rapporti con il segretario del Pd e sul suo futuro dopo l’eventuale fine anticipata dell’esperienza di governo: «Le mie prospettive personali non contano nulla – ha ribadito il numero uno di Palazzo Chigi -, sono qui per un profondo attaccamento alle istituzioni. E’ per quello che è nato questo governo, un governo di servizio. Io mi considero un uomo delle istituzioni e da tale mi comporterò».
Infine, un’altra frecciata a Renzi il premier l’ha lanciata con un appello al lavoro comune e alla concretezza: “Le regole sono che per fare un governo serve una maggioranza parlamentare. Io offro e propongo queste idee e soprattutto propongo un metodo con un basso tasso di protagonismo e un alto tasso di concretezza per fare le cose. Di questo c’è bisogno”. E poi : “Questa è la mia proposta, tutto deve venire in campo aperto, la discussione si deve spostare sui contenuti e non sui personalismi. Non voglio prestarmi ai personalismi e penso che non voglia farlo anche Renzi”, ha detto sull’atteggiamento con cui affrontare la crisi del governo.