I socialdemocratici svedesi si affidano ad un sindacalista

Pubblicato il 31 Gennaio 2012 alle 09:32 Autore: Antonio Scafati
socialdemocratici

Ripartire. Subito. I socialdemocratici svedesi ci proveranno con un nuovo leader che si chiama Stefan Löfven. È lui che sostituirà quell’Håkan Junholt dimessosi il 21 gennaio scorso dopo appena otto mesi di complicatissima leadership. I laburisti svedesi sono rimasti senza guida appena una settimana segnata da discussioni e divisioni. Alla fine è spuntato il nome di Löfven: giovedì scorso l’incoronazione ufficiosa ma decisiva del Comitato per le nomine; venerdì quella ufficiale.

[ad]C’era bisogno di voltare pagina al più presto, aveva spiegato Carin Jämtin, segretario dei socialdemocratici, e per farlo c’era bisogno di un uomo su cui più o meno tutti, in questa fase, fossero disposti a puntare. Stefan Löfven è apparso quasi subito come l’unica alternativa. Guiderà i laburisti fino al congresso del 2013.

E così i socialdemocratici provano a ripartire, si caricano di nuovo di aspettative e promettono slanci che risollevino un partito precipitato a un 25% di consensi che sa di minimo storico. Ci proveranno appunto con Stefan Löfven, una scelta particolare visto il curriculum di questo 54enne. Anzitutto Löfven non è un parlamentare ma nella vita fa il sindacalista. Dal 2006 leader dei metalmeccanici (organizzazione che in Svezia rappresenta 370.000 lavoratori), ha lavorato come saldatore nel Nord del paese. Origini operaie, è nato a Stoccolma e vive lì. Il fatto che non sia deputato lo costringerà a nominare un suo rappresentante in Parlamento che partecipi ai dibattiti al posto.

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Löfven ha raccolto subito un mare di attestazioni di stima: competente, talentuoso, dotato di ottime capacità di leadership, analitico, dal ‘cuore socialdemocratico’, di sicuro ricucirà lo strappo con gli elettori e rinnoverà il partito visto che non è solo un sindacalista esperto ma anche un politico competente. Giudizi più che positivi che non devono ingannare: anche Juholt aveva collezionato parole simili alla sua elezione. Poi, pian piano, tutti lo avevano abbandonato. Va detto però che diversi esponenti di grosso calibro del partito laburista avevano pensato a Stefan Löfven già la scorsa primavera, quando si era trattato di decidere a chi affidare la leadership dopo le dimissioni di Mona Sahlin. Invece fu scelto Juholt, aggravando ancora di più una crisi strutturale che si avvita anche e soprattutto intorno alla modalità di selezione del leader. I socialdemocratici si affidano infatti a un Comitato che vaglia alcuni nomi e poi ne sceglie uno da sottoporre ai membri del partito.

Si può dire allora che con qualche mese di ritardo Löfven arriva comunque dove in molti lo volevano vedere. In una conferenza stampa frettolosamente convocata giovedì scorso, si è dichiarato orgoglioso e felice per la stima riposta in lui.

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L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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