La rete dice sì all’espulsione dei dissidenti del M5S, in sei presentano le dimissioni
La rete ha deciso: sì all’espulsione dei quattro senatori dissidenti del M5s. Alla votazione hanno partecipato 43.368 iscritti certificati. In 29.883 hanno votato per ratificare la delibera di espulsione (13.485 hanno invece votato contro). Una decisione che arriva dopo una giornata caotica per il Movimento. L’espulsione dei quattro senatori ha infatti provocato un effetto domino. Dieci senatori sarebbero intenzionati a lasciare il M5s in segno di protesta per le modalità dell’espulsione. Tre dei senatori espulsi hanno dichiarato di essere pronti a dimettersi.
L’ASSEMBLEA DI MARTEDI’ – Alla fine i quattro senatori dissidenti del M5S, Luis Alberto Orellana, Francesco Campanella, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista, non hanno passato la prova dell’assemblea degli eletti: per i membri pentastellati di Montecitorio e Palazzo Madama i quattro vanno espulsi. Ma la decisione definitiva spetta, adesso, alla rete. Il primo passo della procedura è stato, quindi, effettuato: i parlamentari hanno approvato favorevolmente la procedura di espulsione di quei senatori che si erano dimostrati perplessi nei confronti dell’atteggiamento avuto da Beppe Grillo durante lo streaming con Matteo Renzi. I voti a favore dell’espulsione: per Battista sono stati 73 (35 i ‘no’ e 11 gli astenuti), 67 per Bocchino (30 i ‘no’ e 13 gli astenuti), 77 per Campanella (33 i ‘no’ e 11 gli astenuti) ed infine 70 per Orellana (35 ‘no’ e 9 astensioni).
L’assemblea, durata fino a notte fonda ed andata in streaming, non è stata esente da polemiche. Orellana si è appellato al ‘regolamento del gruppo senatoriale’ del Movimento, chiedendo una pre-riunione dei membri di Palazzo Madama, prima dell’incontro congiunto coi colleghi di Montecitorio. Richiesta rifiutata. Crimi, storico primo capogruppo al Senato ha così commentato: “noto l’operato sistematico da parte di questi quattro colleghi, nel dissentire in maniera sistematica dal gruppo. La cosa grave è che hanno cercato di contattare altri colleghi per farli desistere e non far firmare loro questo documento”. I quattro avevano, inoltre, chiesto il rinvio in quanto lo streaming “andava ad intermittenza” e perché non vi era “più tempo per far tutti gli interventi”.
Massima solidarietá ai senatori. Consideratemi il quinto.
— Alessio Tacconi (@alessiotacconi) 26 Febbraio 2014
MOVIMENTO 5 STELLE VERSO LA SCISSIONE? – C’è poi chi, come il deputato Alessio Tacconi, critica l’organizzazione e chiede la possibilità di formare il dissenso, non avendo paura di essere inserito nella lista degli ‘eretici’: “se dovete votare”, circa l’espulsione, “considerate anche il mio nome, quindi se ci sarà un voto consideratemi nel gruppo”. Continua la polemica: “chiedo non si arrivi a una votazione su capi d’accusa che non esistono. Non è stata violata alcuna regola, se si votasse trasformeremmo questa assemblea in un tribunale che giudica su lesa maestà e reato d’opinione”. Ma a seguire Tacconi potrebbero essere in tanti. Tra queste la senatrice Laura Bignami che ha annunciato di voler presentare le dimissioni. Un’altra senatrice, Alessandra Bencini, è uscita dal Senato con gli occhi gonfi di lacrime “Basta. Voglio tornare a casa, così non va”. Segno che qualcosa non va.
Oggi si vota! Ne rimarrà solo UNO… Avrei molto da dire in merito alla decisione presa riguardo l’espulsione di… http://t.co/HACncwbh6D
— alessandra bencini (@alessandrabenci) 26 Febbraio 2014
Secondo il senatore Roberto Cotti “sono più di 30 i senatori pronti a difendere Campanella e gli altri esponenti del Movimento 5 stelle indicati come dissidenti”. Cotti spiega che sono pronti a costituire un gruppo autonomo. Altre critiche al metodo imposto da Grillo arrivano da un’altra senatrice Cinque Stelle, Paola Pinna, “le regole per decretare la richiesta di espulsione dei 4 senatori finiti sotto processo non sono state seguite, l’assemblea congiunta dei gruppi M5s non aveva i numeri per decidere l’espulsione”. Diventa quindi concreta la possibilità che al Senato, ma anche alla Camera, si formino gruppi autonomi di grillini fuoriusciti dal Movimento.
GRILLO “DECIDERA’ LA RETE” – Grillo, poi, dal suo blog, spara a zero sui quattro attraverso i suoi post a cui si aggiungono migliaia di commenti brutali degli utenti. Oggi l’ultimo video dell’ex comico genovese non lascia spazio a particolari interpretazioni: “adesso deciderà la rete, spero che deciderà e confermerà il verdetto della assemblea, così noi siamo un pochino meno ma molto, molto più coesi e forti”. E continua: “non ci possiamo permettere ancora di parlare di gente che bisbiglia ai giornali, dopo 5 minuti che hai parlato sei sul giornale con il titolone. Basta queste cose qui, se vogliono fare un partito con il Corriere, la Repubblica, Libero e l’Unità se lo facciano… e i talk show… che vadano pure ai talk show!”. A difendere l’operato di Grillo scende in campo un suo fedelissimo Alessandro Di Battista che sul suo profilo Facebook giustifica così la procedura di espulsione dei quattro senatori “Io ho visto in queste 4 persone, sistematicamente, da mesi, e in modo organizzato la logica del dolo, la malafede, il sabotaggio di tutte le grandissime battaglie che abbiamo portato avanti come gruppo”.
LA DIFESA VIDEO DEI DISSIDENTI – Hanno girato un video e lo hanno postato su youtube e sulle loro pagine Facebook: i 4 senatori sotto giudizio di espulsione da parte della rete si difendono così. In tre minuti espongono la loro versione dei fatti. Luis Orellana, ad esempio, sottolinea che i “gruppi territoriali non ci hanno mai sfiduciati con un voto assembleare, nè nel caso mio a Pavia nè nel caso di Palermo”. La presunta sfiducia da Palermo, continua Fabrizio Bocchino, “arriva da una minoranza di iscritti al meet up, per di più, mi spiace dirlo, parenti e conviventi dei deputati della Camera”. Per Lorenzo Battista il capo d’imputazione è molto debole: “se anche avessimo detto una cazzata, è normale espellere per il reato di cazzata?”. Anche Francesco Campanella obietta: “siamo il Movimento della democrazia diretta e non possiamo neanche dire che qualcosa poteva essere fatta meglio, ma stiamo scherzando?”. I senatori Luis Alberto Orellana e Lorenzo Battista hanno poi detto a SkyTG24 che intendono presentare le dimissioni da senatore. “Per Grillo siamo come pedine da manovrare” ha detto Orellana.
NUTI “CAMPANELLA HA GIA’ PRONTO SUO MOVIMENTO” – “Il senatore Francesco Campanella sta lavorando a un nuovo movimento, si chiama ‘Attivisti liberi’ e ha già un logo”. Ad esserne convinto è il parlamentare dei 5stelle Riccardo Nuti che ieri sera, durante l’Assemblea che ha deliberato l’espulsione di Campanella e altri tre senatori pentastellati e ora al vaglio degli iscritti che stanno votando sul blog di Beppe Grillo, ha letto un documento che lo dimostrerebbe. “Si tratta di una conversazione facebook tra Campanella e alcune persone – dice Nuti all’ANSA – Prima di leggerlo ho chiesto a Campanella se potevo farlo e mi ha autorizzato. Poi reagendo in maniera scomposta ha sostenuto che è tutto falso”.
SFIORATA LA RISSA IN RIUNIONE – La riunione dei senatori Cinque Stelle per decidere come procedere riguardo i dissidenti finisce quasi in rissa. Una decina di senatori tra cui, Bencini, Romani, Pepe, Fedeli, Vacciano, Bignami, Campanella, Bocchino, Orellana, Battista, Iannuzzi, lascia la riunione. Toni concitati, volano insulti e stracci “Siete peggio dei fascisti” urlano i dissidenti.
ORELLANA SI DIMETTE DA SENATORE – Luis Alberto Orellana dichiara a SkyTg24 la volontà di dimettersi da senatore “Confermo le dimissioni da senatore”
M5S: 6 LETTERE DIMISSIONI SENATORI SU TAVOLO GRASSO – Sei lettere di dimissioni, a quanto di apprende in ambienti parlamentari, sul tavolo del presidente del Senato Pietro Grasso. Si tratta delle dimissioni di sei senatori del M5S. Tra gli espulsi, al momento, figura solo la lettera di Luis Alberto Orellana. Ma a breve dovrebbero seguire quelle degli altri tre senatori espulsi. A formalizzare il passo indietro, inoltre, i senatori Maria Mussini, Monica Casaletto, Maurizio Romani, Alessandra Bencini e Laura Bignami.
Daniele Errera