Legge elettorale, Aula respinge quote rosa Voto segreto decisivo, indetta capigruppo
Per ben tre volte prevale il no. La Camera dei deputati stoppa a scrutinio segreto gli emendamenti sulle quote rosa. Ben 335 no e 227 per il primo emendamento sulla parità di genere. Il secondo, sulla parità ’50 e 50′ per i capilista, incassa 344 no e 214 sì. Non tocca miglior sorte nemmeno al terzo emendamento, quello più “soft” sul ’40 e 60′ per i capilista, respinto dopo una lunga discussione.
Decisiva la spaccatura all’interno di Forza Italia e, soprattutto, nel PD. All’interno dei Democratici si contano almeno 60 defezioni.
Si riapre con le difficoltà con cui si era chiuso, il confronto alla Camera sulla legge elettorale, impantanato sulla questione delle quote rosa nella composizione delle liste elettorali.
I duellanti si sfidano ancora sulla parità di genere che vede ancora Forza Italia non disponibile a trattare nemmeno sull’ipotesi di mediazione proposto per i capolista, con il 40% di donne e 60% di uomini. Ma non sarebbe l’unico ostacolo, visto che ci sarebbero problemi anche sulla determinazione delle soglie di accesso.
Collegi a quota 120 – Il comitato dei nove, riunitosi durante un’interruzione dei lavori d’Aula, ha dato il via libera alla riformulazione dell’emendamento Centemero sulla delega al governo per disegnare i collegi, ponendo un tetto di 120. La riunione del comitato dei nove si è resa necessaria perchè l’accordo politico, raggiunto in extremis, non era stato in precedenza ratificato dall’organo della commissione. Ma i nodi che bloccano l’iter del provvedimento sono sempre gli stessi: la parità di genere nella composizione delle liste elettorali e le soglie di sbarramento. E’ sempre più difficile che il voto avvenga oggi. E’ più probabile che slitti a domani nonostante il premier aveva assicurato che l’Italicum avrebbe preso vita nella giornata di lunedì.
Legge elettorale, Quagliariello “Sì a modifiche migliorative” – Il senatore Gaetano Quagliariello torna sulla riforma della legge elettorale e apre a «modifiche migliorative». “Servono a patto che si rispettino gli elementi fondanti della riforma”. Quagliariello chiede di salvaguardare lo “schema della legge perchè – sottolinea il senatore – permette di conoscere la sera delle elezioni chi governa”, e il fatto che “la riforma si faccia solo per la Camera”. “Questo – continua Quagliariello – impone di varare al più presto la riforma costituzionale del Senato”.
Per migliorare la legge, Quagliariello chiede di modificare il meccanismo di assegnazione dei seggi per i partiti piccoli e medi per renderlo “più equo”. “Con il sistema attuale è casuale. Potrebbe capitare che accedano alla Camera deputati con pochi voti a dispetto di altri candidati in collegi dove lo stesso partito ha un consenso più alto”. Quagliariello chiede anche di semplificare le soglie, indicandone una “che valga per tutti, indipendentemente dal fatto che sia o meno in coalizione”. Il senatore riflette anche sulla parità di genere: “Personalmente ritengo che una disposizione a tempo possa aiutare la società a cambiare senza rigidità permanenti che diverrebbero illiberali”.
Gli emendamenti sulla parità di genere sono stati però nuovamente accantonati e dopo l’approvazione degli articoli che affidano al governo la delega per la definizione dei collegi, il relatore Sisto ha ottenuto un rinvio alle 18. “Facciamo alle 18 con tutti i nodi sciolti”, ha puntualizzato la presidente Boldrini.
Per sbloccare la situazione pare che i partiti- Pd, Forza Italia, Scelta Civica e Ncd – lasceranno “libertà di coscienza”. A questa conclusione si è arrivati dopo diversi incontri tra il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e i capigruppo di Forza Italia e Nuovo Centrodestra Renato Brunetta e Nunzia De Girolamo, oltre che Denis Verdini, “l’uomo delle riforme” tra i berlusconiani.
Annunciato il ritiro dei due emendamenti a prima firma Centemero, cosiddetti ‘salva-Lega’. Raggiunto l’accordo tra Pd, Ncd e Forza Italia sulla possibilità di multicandidature (che erano state abolite nel testo originario dell’Italicum): al massimo ve ne potranno essere otto.
Sugli emendamenti per la parità di genere la Camera voterà a scrutinio segreto. La votazione segreta è stata chiesta da 46 deputati, la maggior parte dei quali provenienti dalle fila di Forza Italia.