Riforma del Senato, Cdm approva il ddl. Renzi: “Nessuno bloccherà il cambiamento”

Pubblicato il 1 Aprile 2014 alle 08:39 Autore: Alessandro Genovesi

Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge costituzionale che prevede la radicale trasformazione del Senato in una camera non più elettiva ma composta da rappresentanti di Regioni e Comuni. L’ok del Cdm è arrivato all’unanimità: sembra quindi superato il dissenso del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini (“Renzi faccia con calma”, ventilato nelle ultime ore.

I primi commenti di Matteo Renzi sono entusiastici: “E’ finito il tempo dei rinvii, il via libera al ddl costituzionale su Senato e Titolo V è una grandissima svolta per la politica e le istituzioni”. “Non so se ci sarà il lieto fine – ha aggiunto il premier – ma questo è un buon inizio, il governo dice basta con i rinvii, mettiamo in campo il ddl costituzionale che ha una sua forza straordinaria”.

“Sono assolutamente certo – ha dichiarato ancora Renzi – che non ci saranno tra i senatori persone che non colgano la straordinaria opportunità che stiamo vivendo. Sono certo che la stragrande maggioranza dei senatori non potrà scacciare questa speranza. Io sono convinto che non ci sia alternativa”. Il premier ha quindi affermato: “Il superamento del bicameralismo vale un’intera carriera politica”. Su eventuali agguati al Senato il premier dice: “Berlusconi ha garantito che rispetterà l’impegno e a lui risponde il segretario del Pd: rispetteremo l’impegno e saremo coerenti”. E ancora: “Io non sono qui per restare attaccato alla poltrona, sono qui per cambiare l’Italia”.

renzi

Cambia il nome: la nuova camera si chiamerà Senato delle autonomie. Resta dunque il riferimento alla denominazione originaria, che in un primo tempo si era pensato di abolire, ma viene enfatizzato il ruolo degli enti locali. È stata anche definita la composizione dell’assemblea: i senatori saranno 148, compresi i 21 tra senatori a vita e personalità nominate dal capo dello Stato.

Oltre che la riforma del Senato, il ddl costituzionale prevede anche una revisione del Titolo V della Costituzione, con il riordino della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni; e l’abolizione del Cnel, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.”Il Senato – ha precisato il ministro delle Riforme Boschi – mantiene la competenze per le leggi costituzionali. E dunque su quelle che sono le regole fondamentali per il nostro vivere insieme rimane una doppia lettura tra Camera e Senato per una maggiore garanzia”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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