Esclusiva TP dal Viminale: Europee 2014 Presentazione simboli

Pubblicato il 5 Aprile 2014 alle 14:33 Autore: Gabriele Maestri
Parlamento Europeo

Termometro Politico è per voi presente in esclusiva dal Viminale, per la presentazione dei simboli per le prossime elezioni Europee.

Simboli per le europee: in fila per la democrazia

Il primo, tale Carlo Piastra, è arrivato alle 7 di ieri. Parla continuamente al telefono, ma a chiedergli chi rappresenta si ottiene solo un evasivo: “Mi hanno detto di essere molto cucito”. Per sapere il suo simbolo, bisognerà aspettare domani mattina, qualche minuto dopo le 8.

Sembra più tranquilla del solito, la fila davanti al Ministero dell’interno che da domani fino a lunedì pomeriggio alle 16 si prepara a depositare i contrassegni da usare alle elezioni europee. Qualcuno degli “animatori” dell’anno scorso ancora non si vede e forse non verrà: qualche mentitore di professione è convinto che temono un’accoglienza poco simpatica dei presenti e delle forze dell’ordine.

europee 2014 simboli

Qualche furbastro forse c’è già: qualcuno lascia solo il nome, segno che tengono il posto per simboli “coperti”, da non mostrare o potenzialmente devastanti. Due ragazzi, per dire, sono convinti: “Chi rappresentiamo? Dio”, spillare loro qualcosa di più è impossibile.

Al numero 8 invece c’è lei, Mirella Cece, ingrediente fondamentale per la fila davanti al Viminale. Quando arriva, alle 11, ha già i suoi blocchetti pronti per distribuire i numeri di arrivo a chi si mette in fila, dietro le transenne, dopo di lei. Di gente, in realtà, non ne arriva molta: entra persino qualche turista, che si siede lì con la cartina e la guida, probabilmente ignorando il rito che si compie.

europee 2014

L’età media dei depositati o di coloro che tengono la fila è di 30-35 anni, ma i veterani tengono la posizione. Col numero 5 c’è Carlo Gustavo Giuliana, che insiste nella sua battaglia della lista “Io non voto” (“Quest’anno rischiamo di essere la maggioranza”) e Andrea Gesuelli, che per una vita ha depositato simboli e liste prima per la Dc, poi per i popolari e ora continua col Pd. E poi ci sono tre ragazzi per CasaPound Italia, che sono sulla piazza dalle 7.30 e fanno turni di 4 ore per presidiare il loro numero. Nell’attesa ascoltano incuriositi la storia della Cece e del suo Sacro Romano Impero Liberale Cattolico: chissà che non sia una buona giornata, per fare proseliti..

Gabriele Maestri

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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