Finlandia: Katainen lascia, incertezza sul futuro del governo
Il premier Jyrki Katainen lascia la guida del suo partito e insieme la carica di primo ministro del governo. L’annuncio è arrivato ieri sera, a sorpresa, e ha scosso il panorama politico finlandese. Per l’esecutivo che guida il paese si aprono scenari di grande incertezza.
Katainen ha dichiarato ieri sera a Helsinki che nel corso del congresso previsto a metà giugno il partito dovrà scegliere una nuova guida. Lui non si ricandiderà. “Ci ho pensato molto a lungo e ho deciso che non sono disponibile a continuare come leader del Partito di Coalizione Nazionale dopo il congresso del partito” ha spiegato, “non potete immaginare quanto sia grato di aver potuto guidare il paese in questi anni difficili”. Decidendo di non ripresentarsi, Katainen ha rinunciato anche a proseguire il suo lavoro come primo ministro.
“Una notizia davvero esplosiva” ha scritto Unto Hamalainen, uno dei più importanti commentatori politici del paese.
Lo scenario più probabile, scrive l’agenzia Reuters, è che la poltrona di primo ministro verrà occupata dalla persona che sarà scelta come leader del Partito di Coalizione Nazionale. Si fanno i nomi di Alexander Stubb, Jan Vapaavuori e Henna Virkkunen.
Katainen ha detto di essere interessato a ricoprire una posizione in seno alla Commissione europea e il tempismo del suo annuncio fa pensare che potrebbe essere molto probabile per lui ottenere una poltrona a Bruxelles dopo le elezioni di maggio.
Katainen ha guidato la Finlandia in anni difficili. Economicamente e politicamente. Il grande risultato ottenuto dal Partito dei Finlandesi (euroscettici, nazionalisti) alle elezioni del 2011 ha infranto un equilibrio politico che si era retto per decenni. Katainen ha condotto settimane di trattative riuscendo alla fine a formare un governo senza la presenza dal Partito dei Finlandesi. In sei sono entrati nel suo gabinetto: il suo Partito di Coalizione Nazionale, il Partito Socialdemocratico, la Lega Verde, l’Alleanza di Sinistra, i Cristiano Democratici e il Partito Popolare Svedese.
Ma la sfida più grande che Katainen ha dovuto affrontare è stata quella dell’economia. La Finlandia arranca, la disoccupazione cresce, il sistema-paese è nel mezzo di una crisi di competitività che Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha definito simile a quella vissuta da Spagna e Italia. Katainen ha risposto a tutto questo cercando di far quadrare i conti, e lo ha fatto ricorrendo alle due uniche armi a sua disposizione: tasse e tagli alla spesa pubblica. L’ennesima manovra di austerity decisa nelle scorse settimane ha convinto l’Alleanza di Sinistra a uscire dal governo, riducendo la maggioranza in Parlamento.
Il questi anni il governo ha superato una quindicina di voti di fiducia ma la decisione di Katainen potrebbe essere un colpo troppo duro. Non bastasse, vacilla anche la poltrona di Jutta Urpilainen, leader del Partito Socialdemocratico e attuale ministro delle Finanze. Urpilainen potrebbe non essere riconfermata alla guida dei suoi nel congresso di maggio. In quel caso, le due figure più importanti del governo uscirebbero di scena in estate.
Pekka Ervasti, giornalista politico dell’Yle, ha spiegato che Katainen sta introducendo una grossa dose di incertezza in un governo già messo a dura prova dalle recenti decisioni di politica economica. Ancor più diretto il quotidiano Helsingin Sanomat, secondo il quale l’uscita di scena del premier indebolisce il governo, un governo che a questo punto potrebbe collassare e non superare i colloqui autunnali per la stesura del bilancio statale.