Pd: alle europee solo donne capolista
Alle elezioni europee il Partito Democratico presenterà come capolista nelle cinque macro circoscrizioni solo ed esclusivamente donne. A sostenerlo è il diretto segretario di partito, Matteo Renzi, presso la manifestazione di Verona ‘Vinitaly’. Alle 14:00 si riunirà la direzione nazionale del Pd che dovrà ratificare la questione.
Qualora l’organo Pd dovesse dare il disco verde alle voci sul genere femminile come prime della fila, la distribuzione dovrebbe così comporsi: Alessandra Moretti nel nord est, Alessia Mosca nel nord ovest, Simona Bonafè al centro, Pina Picierno al sud e Giusi Nicolini o Caterina Chinnici per le isole. Ma per ora sono solo voci che trapelano da un esponente Pd. Che afferma: “le liste finora non erano smart. L’ipotesi di cinque donne capolista, insieme al voto di oggi sulla parità di genere nel sistema di voto per le europee, darebbe un significato politico forte e caratterizzerebbe le nostre liste in positivo. Sarebbe un messaggio forte” in vista del 25 maggio.
Una proposta suggestiva che, però, non ottiene il consenso di tutte le componenti del partito. Queste, molto probabilmente, verranno fuori quest’oggi dopo la relazione del Presidente del Consiglio / Segretario Pd, il quale, al contrario, è ferreo difensore di quest’azione immagine. Del resto, nella storia delle elezioni, tante e tante volte il ruolo di capolista si è rivelato importante, se non decisivo. Quantomeno mediatico: nel 2008 Walter Veltroni, candidato premier del Partito Democratico, decise di porre come capolista, in ogni collegio elettorale della penisola, qualcun altro, riservandosi sempre il secondo posto.
Al contrario, appena quattordici mesi dopo, alle elezioni europee 2009, Silvio Berlusconi, in ascesa di consensi, decise – pur ricoprendo la carica di Presidente del Consiglio – di iscriversi primo in ogni lista elettorale, ottenendo una caterva di voti, pur risultando inutili per il preciso fine di eleggerlo a Bruxelles. Restando a Palazzo Chigi, Berlusconi voleva dimostrare la forza plebiscitaria che, al tempo, lo caratterizzava.