Scuola, subito 100 mila assunzioni e addio supplenti
Subito 100 mila assunzioni e addio supplenti. Sono questi i due punti cardine della coraggiosa riforma della scuola che il governo Renzi si appresta a varare. Già venerdì, infatti, nel Consiglio dei Ministri saranno discusse le linee guida del progetto. Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini due giorni fa aveva scelto la platea del meeting di CL a Rimini per tracciare un primo profilo della riforma su cui apporrà la sua firma.
Ingresso di capitali privati nella scuola pubblica (finora impedito da “pregiudizi ideologici”), lotta al precariato con soppressione delle supplenze (“agente patogeno del sistema scolastico, batterio da estirpare” che costa allo Stato 3,5 miliardi di euro l’anno), revisione del rapporto tra istruzione professionale e mondo del lavoro, modifica dei programmi con potenziamento di materie bistrattate quali geografia, storia dell’arte e musica: questi i punti salienti della riforma evidenziati da Stefania Giannini. Grazie al reperimento di 1,5 miliardi il governo potrà procedere però con l’attuazione della parte più consistente e ambiziosa della riforma, il pezzo forte, ovvero l’assunzione a tempo indeterminato di 100 mila prof, di cui fanno parte i due terzi dei precari delle Graduatorie ad esaurimento (che oggi ospitano circa 155 mila aspiranti insegnati) e i vincitori dell’ultimo concorsone ancora senza cattedra (9 mila in tutto). Per quest’anno ovviamente i giochi sono già fatti, dunque i nuovi assunti potranno contare sulla cattedra di ruolo a partire dal primo settembre 2015.
Ma c’è di più. Nella riforma Giannini-Renzi sono previsti aumenti di stipendio per i prof più “meritevoli”: incrementando di 3 ore a settimana il proprio impegno nell’esercizio della professione, magari attraverso lezioni integrative e nuove attività, il docente avrà diritto a uno scatto retributivo di 200 euro mensili.
Per quanto riguarda i supplenti, invece, il governo sta pensando a una rivalutazione di questo ruolo con la creazione di una squadra di assunti senza cattedra legati da contratti triennali a singoli presidi o piccoli gruppi di scuole. La riforma è stata già aspramente criticata da una parte del mondo sindacale: l’Unicobas infatti ha parlato di “progetto inaccettabile”, annunciando uno sciopero per il 17 settembre. Le parti sociali, dunque, sono già sul piede di guerra.
Antonio Atte