Sblocca Italia, sconto per chi compra e poi affitta casa
Tante le novità contenute nel decreto Sblocca Italia che nel Consiglio dei ministri di domani pomeriggio arriverà sul tavolo del governo. La più interessante riguarda lo sconto fiscale per chi acquista un immobile nuovo o completamente ristrutturato e lo dà in affitto a canone concordato per la durata minima di 8 anni. Grazie alle nuove disposizioni contenute nel decreto, chi compra potrà detrarre dal proprio reddito imponibile il 15% del prezzo d’acquisto della casa, beneficiando di una deduzione Irpef fino a un massimo di 200 mila euro.
Nei giorni scorsi si era parlato di uno sconto del 20% con risparmi fino a 300 mila euro, ma l’ipotesi è stata presto accantonata. Lo sconto Irpef avrà due obiettivi: da una parte aiutare i costruttori a smaltire gli immobili rimasti invenduti e dall’altra mettere a disposizione delle famiglie case a prezzi più ragionevoli.
L’edilizia si segnala come uno dei punti cardine dello Sblocca Italia: nel decreto, tra le misure semplificative, è prevista l’istituzione di un regolamento edilizio unico per tutti i Comuni. C’è ancora da discutere sulla parte che riguarda la limitazione dei poteri della Sovrintendenze nel caso in cui vengano ritrovati reperti archeologici negli scavi per la costruzione di un’opera pubblica: l’ultima bozza, suscettibile di modifiche, stabilisce che la questione debba essere risolta in un periodo di 4 mesi.
Nel decreto è inoltre prevista la creazione di un fondo di 4 miliardi di euro da destinare alla realizzazione di grandi opere come l’Alta velocità ferroviaria tra Napoli e Bari e quella tra Catania e Palermo. All’insegna della “spending review”, invece, le misure che prevedono un corposo taglio delle società partecipate dagli enti locali. Il commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli, aveva auspicato una loro riduzione da 8 mila a mille: lo Sblocca Italia dovrebbe eliminarne circa 2 mila. Molti, dunque, gli argomenti che il governo dovrà discutere nel Consiglio dei Ministri di domani. E su gran parte delle decisioni, la parola finale, come al solito, spetta a Matteo Renzi.