Commissione Ue: Mogherini in pole, l’Est chiede spazio
Federica Mogherini, l’Est europa, calcoli politici. Domani i leader europei si incontreranno a Bruxelles e sul tavolo ci sono due cariche da assegnare: quella di presidente del Consiglio europeo, ruolo attualmente ricoperto da Herman Van Rompuy, e quella di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dove Federica Mogherini è data in pole position per rimpiazzare Catherine Ashton. Ma nel gioco degli incastri è l’intera Commissione europea a dover trovare il suo punto di equilibrio.
Ventotto paesi vanno messi d’accordo: tutti ambiscono ad ottenere qualcosa. Ci sono poi una serie di fattori che contribuiranno a determinare le decisioni, come gli equilibri tra i gruppi politici e l’obiettivo di non avere un’area geografica dell’Europa predominante sulle altre. Inoltre le nazioni dell’Est chiedono più spazio, vale a dire incarichi di prestigio. Per il presidente della Commissione europea, il popolare Jean-Claude Juncker, si tratta di un rebus che potrebbe richiedere ancora del tempo prima di essere risolto.
C’è ad esempio da sistemare quello che sia Juncker sia il Parlamento europeo hanno indicato sin da subito come un obiettivo imprescindibile: avere una commissione dove la presenza di donne non sia un dettaglio. La maggioranza dei paesi, tra cui la Francia, la Spagna e la Germania ha avanzato candidature maschili. Solo Italia, Svezia e una risicata pattuglia di altre nazioni hanno proposto a Juncker nomi femminili.
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Domani si torna indietro a quel vertice di metà luglio che non era servito a fare chiarezza sulle nomine. In quell’occasione Renzi non era riuscito a far passare la candidatura di Federica Mogherini: inesperta secondo alcuni e troppo vicina alla Russia per i leader dell’Est.
Nel mese di agosto, però, Mogherini sembra aver guadagnato punti. Le nazioni dell’Europa orientale hanno probabilmente ottenuto qualcosa in cambio, abbastanza da mettere da parte la loro contrarietà. Per il tedesco Der Spiegel Mogherini è la favorita: è una donna e l’incarico spetta a un socialista, considerato che Juncker appartiene alla famiglia dei popolari.
La BBC ha scritto che Renzi è riuscito a ottenere il supporto di altri paesi a guida socialista, primo fra tutti la Francia. Anche la Germania secondo il Financial Times si sarebbe convinta ad accontentare Renzi che a quel punto potrebbe essere meno duro nel chiedere regole di bilancio più elastiche. Ma per il quotidiano si tratterebbe di una scelta deludente: “In un momento di importanti tensioni internazionali, l’Ue dovrebbe scegliere per quell’incarico un ‘pezzo grosso’ riconosciuto, come il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt o il collega olandese Frans Timmermans”. Ma i leader europei preferiscono avere un Alto rappresentante di relativo spessore.
In ogni caso non è detto che alla fine esca fuori il quadro delineato negli ultimi giorni. Resta spazio per il colpo di scena. Anche nel 2009 fu una sorpresa la nomina di Van Rompuy e Ashton. Una minaccia per Mogherini potrebbe arrivare dalla bulgara Kristalina Georgieva, che è una donna e viene dall’Est. In quel caso, al Consiglio europeo potrebbe finire la premier socialdemocratica danese Helle Thorning-Schmidt. Ma a Copenaghen la stampa in questi giorni ha scritto che un’ipotesi del genere sembra essersi indebolita.
Per il Consiglio europeo in effetti sono salite le quotazioni del primo ministro polacco, il popolare Donald Tusk, appoggiato da Londra e da Berlino, e al quale sarebbe stata offerta la carica: “Sta valutando la proposta molto seriamente”, ha aggiunto la portavoce di Tusk. Perde quota ma resta forte anche la candidatura del lettone Valdis Dombrovskis. L’Est Europa otterrebbe così l’incarico di prestigio che va chiedendo.
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