Mogherini e Tusk nell’Europa delle grandi sfide
Stavolta nessuna sorpresa: Federica Mogherini ha assunto la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Donald Tusk quella di presidente del Consiglio europeo. Tutto secondo copione, come anticipato dalla stampa nei giorni scorsi. Archiviate le due nomine, le istituzioni europee sperano di mettersi in moto il prima possibile. “Abbiamo davanti sfide enormi” ha detto Mogherini, e ha ragione: dall’Ucraina alla Libia, ma anche la disoccupazione e l’economia.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e da Matteo Renzi, che vince la sua partita e torna in Italia con un successo di prestigio in tasca. Per Van Rompuy, Mogherini “è il nuovo volto dell’Europa. E’ stata in prima linea in questo momento così difficile a livello internazionale”. Ricordando le perplessità di molti che la consideravano inesperta, il Guardian ha ricordato che sin dal suo arrivo sulla scena internazionale “Mogherini ha colpito tutti per la sua competenza e la sua sicurezza”. “Sono 20 anni che sono coinvolta negli affari esteri ed europei” ha risposto lei ieri pomeriggio.
Il premier polacco Donald Tusk invece circola nei corridoi della politica europea già da un po’. Protagonista nel suo paese da lungo tempo, negli anni ’80 è stato attivo in Solidarnosc. Le sue prime parole fanno capire bene come la pensa su un argomento delicato come le regole di bilancio: “Non c’è una contraddizione tra crescita e disciplina di bilancio”. L’obiettivo è combinare queste due finalità, ha spiegato: “Bisogna cercare la crescita in un contesto di responsabilità”. La sua nomina fa entrare Varsavia nella stanza dei bottoni della politica europea e, come spiegato da Merkel, rappresenta anche una cucitura tra i paesi che hanno adottato l’euro e quelli che ancora non lo hanno fatto: Varsavia fa parte di questi ultimi.
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Le nomine di Tusk e Mogherini bilanciano equilibri territoriali, politici e di genere: un uomo e una donna, un popolare e una socialista, lui dell’est e lei del sud. Tusk incarna lo spostamento verso occidente della Polonia e la sua nomina premia la trasformazione che il paese ha vissuto negli ultimi anni. Varsavia oggi può vantare tassi di crescita tra i più alti d’Europa, la recessione non l’ha colpita. Difensore del libero mercato, Tusk piace a Berlino ma piace soprattutto a Londra. E lui nel suo primo discorso ha dedicato spazio proprio alla Gran Bretagna: “Non posso immaginare un’Unione senza la Gran Bretagna” ha detto. Cameron su Twitter ha risposto di apprezzare l’impegno del polacco nel voler riformare l’Europa.
Tusk ha sfiorato anche i temi della politica estera nel suo discorso: “Dobbiamo sempre cercare un punto di vista unico, dobbiamo aiutare i nostri vicini a sud e a est, con un atteggiamento allo stesso tempo audace e responsabile”. Tusk è stato scelto anche per dare rappresentanza politica al crescente timore che serpeggia tra i paesi che confinano con la Russia e dai quali si invoca quella determinazione riassunta perfettamente nelle parole della presidente lituana Dalia Grybauskaite: “Se la Russia è in guerra con l’Ucraina, paese che vuole entrare in Ue, è come se fosse in guerra con l’Europa”.
Tusk si muoverà tra realismo e ricerca del dialogo (gli interessi economici sono notevoli) ma anche inflessibilità su temi come l’integrità territoriale. Dovrà miscelare le doti di mediatore che molti gli riconoscono con la durezza espressa nei confronti di Mosca nell’ultimo periodo.
In cima alle priorità dell’Europa c’è del resto proprio la crisi in Ucraina. Da Bruxelles è arrivato l’ennesimo ultimatum a Mosca che ha sette giorni per cambiare rotta: poi scatteranno nuove e più dure sanzioni. Per i 28 leader riunitisi ieri a Bruxelles ci sono prove che truppe russe sono impegnate in operazioni nell’est dell’Ucraina. “Vogliamo permettere che la situazione peggiori fino a condurre a una guerra? Questo è il rischio” ha dichiarato Hollande. Una soluzione militare è comunque esclusa, ha sottolineato Merkel, e quindi non ci saranno neanche quei rifornimenti di armi a Kiev di cui si era vociferato per ore: “Si darebbe l’impressione che c’è una soluzione militare della crisi” ha detto Merkel.
Quel che ci sarà è supporto politico ed economico all’Ucraina. Una delle prime dichiarazioni che Mogherini ha rilasciato in veste di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza è stata proprio su questo: “Studiamo nuove sanzioni ma dobbiamo anche mantenere aperta una via che porti a una soluzione diplomatica”.
Immagine in evidenza: photo by Foreign and Commonwealth office – CC BY 2.0