Arriva la “Buona scuola”, Renzi vuole rivoluzionare la scuola

Pubblicato il 3 Settembre 2014 alle 12:15 Autore: Alessandra Scolaro

buona scuola renzi la riforma della scuola in undici punti

Si chiama la “Buona scuola” il decreto partorito da Matteo Renzi, che vede l’assunzione, per il prossimo anno, di circa centocinquantamila insegnanti precari. Il documento che spiega il percorso del progetto è disponibile da ieri on line, consultando il sito passodopopasso.italia.it.

Il  primo punto del decreto, contenuto nella legge di Stabilità, riguarda “il finanziamento del piano straordinario di assunzioni a decorrere dall’anno scolastico 2015/16 di tutti i precari storici iscritti nelle graduatorie a esaurimento aggiornate a luglio 2014 e dei vincitori e idonei dell’ultimo concorso bandito nel 2012”. Il secondo passaggio invece prevede la disposizione di un decreto legge. Lo strumento normativo adottato (la riforma per decreto) è stato scelto, si legge nel documento del governo, per attuare quanto più in fretta possibile tutte le misure.

Per cambiare il volto della scuola, Renzi ha fatto ricorso a undici punti. Verranno introdotti, per tentare di azzerare le graduatorie dei precari storici, degli organici funzionari di rete. Rivista anche la formazione iniziale dei futuri insegnanti secondo il metodo accademico del 3 più 2: tre anni per apprendere una disciplina, due anni per imparare come insegnarla. Il sistema di retribuzione per i docenti poi, non verrà più valutato in base agli scatti di anzianità, ma in base al merito. Il decreto prevede inoltre un taglio delle supplenze brevi e nuove normative per quanto riguarda la figura dell’insegnate di sostegno. Importante anche la lotta alla dispersione scolastica da portare avanti anche grazie ad una più stretta collaborazione tra la scuola e il mondo del lavoro.

Per quanto riguarda il reperimento dei fondi “le coperture finanziarie non solo per il 2015, ma anche a regime devono essere contenute nella legge di Stabilità”. L’Italia inoltre rischia una condanna per violazione del diritto comunitario per quanto concerne la direttiva 1999/70/CE che assicura ai dipendenti che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio l’assunzione definitiva.

Alessandra Scolaro