Sondaggio Ixè per Agorà: un italiano su due si fida (abbastanza) di Renzi
Sondaggio Ixè per Agorà: un italiano su due si fida (abbastanza) di Renzi
Venerdì 5 settembre 2014 Roberto Weber dell’Istituto Ixè ha presentato il suo sondaggio settimanale durante la trasmissione televisiva Agorà Estate andata in onda su Rai 3. Gli equilibri tra gli schieramenti sono pressoché stabili, anche se si osserva un piccolo spostamento decimale in uscita dal centrosinistra cui corrisponde un lieve aumento per il centrodestra. Resta piuttosto alto il consenso per il governo, trainato da Renzi, nonostante la fiducia sia in lieve calo. La priorità degli italiani, colpiti duramente dalla crisi economica, è l’emergenza lavoro, ma si dividono tra chi chiede flessibilità e chi, al contrario, vorrebbe maggiori tutele.
Se oggi si svolgessero le elezioni politiche, il 41,9% degli elettori sceglierebbe il Partito Democratico, che si mantiene quindi su valori molto alti, nonostante nell’ultima settimana abbia perso qualche decimale che aveva conquistato a metà agosto. SEL continua la tendenza a perdere consensi poco alla volta e si situa ora all’1,7%. Scelta Civica permane allo 0,7% delle scorse europee. Il centrosinistra è stimato al 44,3% (-0,7 rispetto alla scorsa settimana), ma Ixè – diversamente da altri istituti, quali ad esempio Swg – non include in questa sommatoria altre formazioni minori come Rifondazione Comunista (1%), Verdi (0,9%), Radicali (0,5%), Italia Dei Valori (0,4%), Azione Civile (0,2%), tutte più o meno stabili nell’ultimo periodo.
L’area di centrodestra si rafforza e ottiene il 30,6% dei potenziali elettori, soprattutto grazie all’aumento di mezzo punto percentuale della Lega Nord che sale al 7,8%. All’interno dello schieramento si verificano variazioni decimali, presumibilmente interne, che portano Forza Italia al 15,7%, Fratelli D’Italia al 2,7% l’NCD al 2,4%, UDC all’1,8%.
Lievissimo aumento del M5S che passa dal 20,3% al 20,5%.
Ixè rileva inoltre un aumento delle quote rappresentate dagli indecisi / non rispondenti e dagli astenuti, rispettivamente 17,2% e 18,7%, che complessivamente costituirebbero il 35,9% degli italiani.
Riguardo la popolarità dei principali leader politici italiani, i risultati sono pressoché analoghi a quelli rilevati da altri istituti: la fiducia in Matteo Renzi è pari al 50% – resta elevata, seppur in diminuzione rispetto alla scorsa settimana – e quella nel Presidente della Repubblica Napolitano è al 38%, un punto in discesa. Seguono a ruota, mantenendo la popolarità della rilevazione precedente: Matteo Salvini al 19%, Beppe Grillo al 18%, Silvio Berlusconi al 16% e Angelino Alfano al 12%. Quindi un italiano su due si fida (abbastanza) di Renzi, che ha un vantaggio molto ampio sulle altre personalità politiche. Presto vedremo il perché di quell’abbastanza.
E un italiano su due – per la precisione il 49% – continua a confidare anche nel governo, un sostegno che stupisce anche lo stesso sondaggista Weber, il quale afferma di non ricordare “un governo che abbia mantenuto una fiducia così alta per un tempo così lungo”. Tra nel periodo estivo, infatti, la fiducia è oscillata sempre tra il 48% e il 51%. Tuttavia, a guardare attentamente i dati, solo il 9% (meno di uno su 10) dice di avere molta fiducia nell’esecutivo, mentre il restante 40% ve ne ripone “abbastanza”. D’altro canto c’è uno zoccolo duro pari al 14% che non crede affatto nel governo Renzi e un 37% di persone che lo guardano con scetticismo.
Secondo il 46% degli italiani il Presidente del Consiglio Renzi riuscirà a portare a termine il suo programma da “mille giorni”, ma c’è un 36% che ritiene che si tornerà a votare prima del termine della legislatura; resta incerto il 18% degli italiani.
Quale dovrebbe essere la priorità del governo? A detta del 61% degli intervistati l’emergenza lavoro, seguiti da coloro che pensano che la priorità sia il taglio immediato delle tasse (20%) e dei costi della politica (13%). Meno gettonati i temi delle riforme costituzionali (3%) e della legge elettorale (2%).
Spaccatura netta tra coloro che sostengono che in materia di lavoro occorrano più tutele (48%) e quanti invece invocano maggiori flessibilità (52%), anche se sono questi ultimi a prevalere di misura.
Veniamo infine agli effetti della crisi economica. Il 51% degli italiani non può permettersi una settimana di ferie, il 31% afferma di non arrivare a fine mese, il 21% non riesce a scaldare adeguatamente la propria abitazione, anche perché il 14% non è in grado di pagare bollette, affitti e mutui. Dati che dovrebbero allarmare, anziché rassicurarci a “stare sereni”, anche se, come abbiamo detto prima, un italiano su due si fida (abbastanza) di Renzi e del suo esecutivo.