Renzi in visita a Gussago: cuore, passione e coraggio per ripartire
Dopo il vertice Nato a Newport, in Galles, il premier Matteo Renzi ha partecipato, stamattina, all’inaugurazione del nuovo stabilimento delle Rubinetterie Bresciane del gruppo Bonomi a Gussago, in Franciacorta. Le polemiche sulla mancata partecipazione al Workshop Ambrosetti di Cernobbio non frenano l’ex sindaco di Firenze, che sceglie una piccola-media impresa per parlare, ancora una volta, delle sfide che l’Italia dovrà affrontare per uscire dalla crisi.
CUORE E PASSIONE PER CONTINUARE A FARE QUALITÀ – Dopo un saluto ai poliziotti, Renzi è salito sul palco prendendo la parola a seguito degli interventi del ministro del lavoro Giuliano Poletti e del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Il premier ha ricordato la passione e la dedizione con cui gli italiani esplicitano la «capacità di fare in modo straordinario i prodotti». Sottolineando la competitività sul mercato internazionale del made in Italy, Renzi ribadisce che la passione non è solo “fare bene le cose”, bensì anche risolvere i problemi. Quindi, il presidente del Consiglio ha elogiato l’Italia dei «capaci», cioè coloro che, pur essendo consapevoli delle difficoltà contingenti, vanno avanti guardando con ottimismo al futuro. Nel contrapporli ai «gufi» che criticano senza essere propositivi, Renzi invita gli italiani a non cedere ai sentimenti di rassegnazione, recuperando la voglia di mettersi in gioco e accettando le opportunità e le sfide che arrivano dal mondo globalizzato. Per uscire dalla crisi, però, anche la politica deve fare la sua parte. Il premier ha, dunque, parlato di riforme “fatte col cuore”, che creino i presupposti per la crescita delle imprese, colpite da «una tassazione oggettivamente allucinante» e semplificando la burocrazia. «C’è troppo grasso che cola nella macchina amministrativa», ha affermato Renzi, che ha ricordato che non devono essere sempre operai ed industriali a dover pagare la crisi.
ABBIAMO ARRESTATO LA CRISI, MA ORA SERVE CORAGGIO – Cuore e passione sono utili a fermare la crisi, ma non bastano per permettere la crescita. In un’intervista all’Huffington Post France, trasmessa stamattina dalla radio France 1, Renzi ha sottolineato che, dopo aver bloccato «la traiettoria della crisi», il prossimo obiettivo è rispettare il vincolo del 3% beneficiando della «flessibilità che è prevista dal trattato». Per ritornare a crescere, infatti, ci vogliono coraggio ed investimenti. Inoltre, ha ribadito il premier, che la crescita non è un obiettivo dei singoli: «l’Europa ha molti problemi, il primo è quello economico. Cambiare verso non è un problema dell’Italia o della Francia ma di tutta Europa». «I cittadini hanno scelto l’Europa. Ma se l’Europa cambia», aggiunge il premier, ricordando che «dobbiamo cambiare per i nostri figli, per il nostro futuro» più che per i dettami di altri leader politici. Quindi, lancia tre punti necessari ad imprimere un cambiamento nel Vecchio Continente: un piano di investimenti per 300 miliardi, già indicato dal presidente della Commissione eletto Jean-Claude Juncker, sostegno alle imprese con investimenti da 200 miliardi e le riforme strutturali.
Alessandro De Luca