L’ammissione di Padoan: “Su riforme serve il monitoraggio di Bruxelles. Riforma lavoro centrale”
Ancorare il “fiscal compact” ad un “growth compact“, un patto per la crescita. Affidare il “monitoraggio dei livelli di attuazione” delle riforme “sulla base di benchmark puntuali” all’Eurogruppo e all’Ecofin. Ripristinare gli investimenti al livello pre-crisi. Sono questi i tre passi che il ministro Pier Carlo Padoan ritiene necessario intraprendere per evitare di “andare verso quello che verrebbe ricordato come il decennio perduto dell’Unione Europea”, riassunti in un suo intervento pubblicato da sei quotidiani internazionali, e tra questi la Stampa in apertura di prima pagina, in vista dell’Ecofin di venerdì prossimo a Milano.
“Un numero crescente di indicatori ci ricorda che finora non è stato fatto abbastanza, e il rischio è un abbassamento permanente del tasso di crescita. Adesso – spiega – dobbiamo quindi fare per la crescita ciò che è stato fatto, sotto la pressione della crisi dei debiti sovrani, per il risanamento dei bilanci pubblici e per l’ unione bancaria, con un patto per la crescita. E non meno essenziale è la realizzazione delle riforme strutturali, la cui attuazione è stata finora insoddisfacente, e questo suggerisce che i Paesi spesso concedono alle riforme strutturali un tributo verbale senza impegnarsi nella loro attuazione”.
Da qui l’idea del “monitoraggio dei livelli di attuazione sulla base di benchmark puntuali come attività ordinaria dell’Eurogruppo e dell’Ecofin, anche per includere gli effetti delle riforme sulla crescita futura nel calcolo delle compatibilità macroeconomiche nazionali e fornire esplicitamente alle autorità nazionali strumenti per contrastare i gruppi di pressione che si oppongono alle riforme strutturali”. Padoan paragona Unione Europea ed Eurozona a squadre di calcio che “hanno dedicato molte più energie al rafforzamento della difesa che all’attacco, dando priorità alla stabilità anzichè alla crescita, ma” – conclude – “nessuna partita si vince giocando soltanto in difesa”.
In tarda mattina, Pier Carlo Padoan, intervenendo al Forum Ambrosetti, ha parlato delle prossime mosse del governo. “Sul debito pubblico si leggono ricette fantasiose per abbatterlo rapidamente e facilmente per importi cospicui. Il governo è impegnato in un programma di privatizzazioni che avrà impatto anche sulle imprese partecipate con una maggiore apertura del capitale all’esterno”. “Il programma dei mille giorni – ha aggiunto Padoan – serve a ridare la competitività al Paese. In questo contesto in cui si fanno nuove riforme e si prosegue con quelle avviate nella speranza che torni la fiducia, bisogna ridare fiducia alle famiglia e alle imprese”. Il numero del Tesoro si dice “stupito da chi ci si accusa di fare solo annunci. È tutto il contrario degli annunci. Forse è limite del governo comunicare quello che si sta facendo”.
Il ministro dell’Economia vede sintomi di ripresa nel Paese e fa riferimento “ai primi risultati dei mini-bond, che non saranno da prima pagina, ma fanno ben sperare, è sintomo di ripresa”. Ottimismo sì ma con un occhio alla realtà: “La situazione è aggravata da un fatto inequivocabile: il fatto che i prezzi abbiano questo andamento. Questo richiede che l’Europa faccia uno sforzo congiunto, le istituzioni, ciascuno per propria parte, faccia ciò che è necessario”. Ma niente sforamento del limite del 3% assicura Padoan. “Il rating dell’Italia non va dato per scontato e va difeso giorno per giorno e per questo ci sono limiti che alcuni considerano simbolici, come il 3% (del rapporto deficit/Pil ndr). Limiti importanti”.
Infine un commento anche sulla riforma del lavoro. “Le riforme aiutano a migliorare la finanza pubblica e concordo con il ministro Boschi che la riforma del lavoro ha un ruolo centrale”.