Iraq, nasce il nuovo governo: Isis e minoranze tra le priorità

Pubblicato il 9 Settembre 2014 alle 09:32 Autore: Antonio Scafati

Le priorità sono poche ma non certo semplici: combattere l’Isis, ricucire il paese, risolvere i contrasti con le minoranze. Quattro mesi dopo le elezioni di fine aprile, l’Iraq ha un nuovo governo. Il Parlamento ha concesso la fiducia allo sciita Haider al-Abadi, il quale ha preso il posto di Nouri al-Maliki, travolto dalle critiche in patria e all’estero e considerato una delle ragioni della crisi irachena.

Al-Maliki è tra i vicepresidenti della Repubblica. L’ex premier sciita Ibrahim Jafaari, dell’Islamic Dawa Party, è il nuovo ministro degli Esteri. Il dicastero del Petrolio è andato allo sciita Adel Abdel Mehdi, dell’Islamic Supreme Council. Il curdo Hoshyar Zebari è uno dei tre vicepremier. Il governo però non è ancora completo. Vacanti restano le caselle più importanti, vale a dire Difesa e Interno: Haider al-Abadi ha promesso di assegnare le deleghe entro la settimana, nel frattempo ricoprirà lui entrambi gli incarichi.

Il segretario di Stato americano John Kerry ha definito la nascita del nuovo governo iracheno una tappa fondamentale nel percorso che dovrebbe riportare la pace nel paese. Questa settimana, Kerry ha in programma una serie di incontri in Medio Oriente per discutere della coalizione internazionale che combatterà l’Isis.

Iraq

Photo by DVIDSHUBCC BY 2.0

Proprio nei confronti dell’Isis, Haider al-Abadi ha dichiarato di fronte al Parlamento dell’Iraq che appoggerà “le operazioni militari in tutte le aree di confronto con le bande armate e le forze del terrorismo”, e che assicurerà “la loro continuazione fino al raggiungimento della vittoria”.

Il premier ha aggiunto che sarà vietato costituire formazioni armate senza il benestare del governo e ha ipotizzato che i volontari che vogliono combattere l’Isis vengano arruolati in un corpo autorizzato.

Per quanto riguarda la minoranza curda, al-Abadi ha affermato che il suo governo “si impegna a risolvere tutte le questioni in sospeso con la regione autonoma del Kurdistan”. Tra curdi e governo centrale la distanza resta piuttosto ampia. I nodi da sciogliere vanno dalla definizione dei confini al controllo delle risorse naturali.

Il premier dovrà ricostruire i rapporti anche con i sunniti dopo le politiche discriminatorie condotte da al-Maliki: il loro appoggio è fondamentale nella lotta contro l’Isis. Non a caso gli Usa hanno invitato più volte le autorità di Baghdad a ricercare il dialogo con la comunità sunnita.

Immagine in evidenza: The US ArmyCC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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