Consulta, l’ira di Napolitano. Incontro Renzi-Berlusconi per sbloccare la situazione. Ma non basta
Ennesima giornata infruttuosa in Parlamento per l’elezione dei membri della Consulta; nonostante la diatriba si protragga da giorni, non è ancora stato trovato l’accordo politico sui nomi dei due nuovi giudici della Corte Costituzionale, e gli schieramenti politici sembrano lontani da un’intesa. Né Luciano Violante, né Donato Bruno infatti sono ancora riusciti a raggiungere quota 570 voti in parlamento, necessari al raggiungimento della quota di 3/5 necessaria per raggiungere il quorum richiesto dalla Costituzione, fermandosi rispettivamente a quota 526 e 544.
La causa del mancato accordo potrebbe essere anche attribuita ai malumori che serpeggiano in casa PD, dove sarebbe stata mal digerito il nome di Luigi Vitali, indicato come candidato all’elezione per il Csm. Per i democratici infatti il coinvolgimento di Vitali in alcuni provvedimenti giudiziari renderebbe inopportuna la sua candidatura al vertice dell’autogoverno dei Giudici. Sono mancati quindi anche i 515 voti necessari per l’elezione dei due membri laici Csm. Nel frattempo il Movimento 5 stelle lancia la propria provocazione rifiutandosi di entrare nella cabina allestita per il voto segreto e scrivendo visibilmente il voto sulla scheda, ponendosi così in violazione del regolamento del parlamento.
A tal proposito, lamenta Dario Ginefra del PD una violazione dei dettami costituzionali e della libertà di voto. “Se verrà confermato il voto palese dei parlamentari M5s per mezzo fotografico, oltre a trovarci di fronte ad una palese violazione del regolamento, ci troveremmo al cospetto di una forma inaccettabile di controllo del voto”. A stretto giro in un post intitolato Violante, un maggiordomo alla Consulta si fa sentire Beppe Grillo sul suo blog. “In questo momento in parlamento è in corso un ricatto. Ci hanno proposto uno scambio di voti: se non voteremo Violante alla Corte Costituzionale, non appoggeranno il nostro candidato”.
INCONTRO RENZI-BERLUSCONI- E’ iniziato alle 16.30 l’incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Un faccia a faccia atteso ormai da giorni e che è servito per fare il punto su diversi temi: dalle riforme, alle votazioni per la scelta dei candidati di Consulta e Csm. Secondo le prime indiscrezioni l’incontro tra i due leader avrebbe fatto saltare la corsa sia di Violante che di Bruno. Dal Pd però negano e ribadiscono che il patto regge. Intanto in Parlamento c’è stata l’ennesima fumata nera.
CONSULTA, MINISTRO ORLANDO “FARE PRESTO” – “C’è preoccupazione” per l’impasse sul voto dei membri di Csm e Consulta. “Alcuni dei provvedimenti assunti” con la riforme del governo “comportano un aumento del lavoro del Csm e il fatto che l’elezione si trascini rischia di portare una situazione preoccupante: auspico che la vicenda si chiuda rapidamente”. Così il guardasigilli Andrea Orlando intervistato da Rtl.
FI,OK BRUNO-VIOLANTE E SCHEDA BIANCA PER CSM – È l’indicazione di voto che è arrivata ai parlamentari azzurri (ANSA) – ROMA, 17 SET – Votare per la Consulta Donato Bruno e Luciano Violante e votare scheda bianca per il Csm. È questa, secondo quanto si apprende, l’indicazione di voto che è arrivata via sms ai senatori del gruppo di Forza Italia. La votazione per Consulta e Csm è prevista per oggi alle 16.15.
NAPOLITANO, FUMATE NERE SOLLEVANO GRAVI INTERROGATIVI – Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto sull’argomento con una dichiarazione molto dura. “Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi”.
Questo il testo del comunicato di Napolitano: “Il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi. Che si siano verificati nel passato analoghi infelici precedenti, nulla toglie a tale gravità. Non so se tutti i partecipanti alle votazioni in corso abbiano chiara in modo particolare una importante questione su cui desidero richiamare la loro attenzione. Di recente – e specialmente nella discussione in Senato sul superamento del bicameralismo paritario – si è sollevato da varie parti politiche il tema di un elevamento dei quorum previsti dalla Costituzione del 1948 per l’elezione da parte dei parlamentari a determinati incarichi di rilevanza costituzionale.Si ritenne necessario l’elevamento di tali quorum dopo l’adozione – nel 1993 e nel 2005 – di leggi elettorali maggioritarie e in vista dell’adozione di una nuova (per il momento approvata solo in prima lettura dal Senato) anch’essa maggioritaria. Ma quorum elevati per tali operazioni elettorali in Parlamento implicano tassativamente convergenze sulle candidature e piena condivisione nell’espressione dei voti tra forze politiche diverse, di maggioranza e di minoranza. Ove vengano da parte di qualunque forza politica, o di singoli suoi rappresentanti in Parlamento, e finiscano per prevalere immotivate preclusioni nei confronti di candidature di altre forze politiche o la settaria pretesa di considerare idonei solo i candidati delle propria parte, il meccanismo si paralizza e lo stesso istituto di garanzia rappresentato dal sistema dei quorum qualificati si logora e può essere messo in discussione in senso opposto all’orientamento che ho prima richiamato. Si rifletta dunque bene anche su questo aspetto non secondario delle conseguenze del protrarsi di un complessivo nulla di fatto nelle votazioni in corso, che innanzitutto impedisce l’insediamento nel nuovo CSM”.