Ucraina, politico aggredito a Kiev e gettato nel cassonetto

Pubblicato il 17 Settembre 2014 alle 11:02 Autore: Francesco Di Matteo

Il politico nel cassonetto sembra il titolo di un film satirico ma è la sintesi di una storia vera successa a Kiev in Ucraina. È stato firmato l’accordo di associazione tra Ucraina e Unione Europea. L’annuncio è stato dato dai parlamenti di Kiev e Strasburgo, in collegamento televisivo. Il Parlamento europeo ha ratificato l’accordo di associazione e libero scambio con l’Ucraina. Sono stati 535 i si, contro 127 no e 35 astenuti. Alla seduta hanno parlato sia Martin Schultz, presidente dell’assemblea europea, sia Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina. Fuori dal parlamento, una folla inferocita ha aggredito Vitali Zhuravski, ex vice sindaco di Kiev e compagno di partito dell’ex presidente Ianukovich. Zhuravski, che è anche membro dell’accademia delle Scienze Politiche, è stato accerchiato da un gruppo di militanti del partito nazionalista che lo hanno gettato in un cassonetto della spazzatura e poi tenuto li a forza, come dimostrano video e foto.

ucraina politico aggredito a kiev

Intanto aumenta la tensione in tutto il sud-est dell’Ucraina. Nonostante la proposta di Poroshenko di trovare una via statuale per la pace, proponendo statuti speciali ad alti tassi di autonomia per le province separatiste del Donbass. In Crimea, rivela Radio Liberty, la polizia russa ha fatto irruzione nel Mejlis, il consiglio dei Tatari in Crimea. Secondo Radio Liberty i russi avrebbero fatto irruzione poiché i Tatari, che rappresentano il 12% della popolazione della penisola, non sono d’accordo all’annessione alla Russia. Fonti locali rivelano che la polizia russa abbia anche perquisito il giornale gestito dai Tatari, Avdet, e alcuni pc del parlamentare Eskender Briiev. Dalla Russia arriva un monito verso l’occidente. Infatti il Cremlino accusa Washington di aver fatto ripiombare il mondo in una nuova versione della Guerra Fredda. L’accusa è stata lanciata da Sergeiy Naryshkin, presidente della Duma. Secondo Naryshkin l’occidente sta commettendo “ingerenza nei problemi interni dell’Ucraina” dal momento che ha deciso di fornire armi a Kiev, come annunciato da Gheletei, ministro della difesa dell’Ucraina.

Il Cremlino fa anche sapere che, durante un colloquio telefonico tra Putin e il presidente della commissione europea Barroso, si è parlato della possibilità di rinviare al 2016 l’entrata in vigore del patto di libero scambio tra l’Unione Europea e l’Ucraina. Durante il colloquio si è anche parlato delle forniture di gas, visto che la Russia fornisce quasi un terzo del fabbisogno energetico europeo. Siccome la metà di questa fornitura viene fornita tramite gasdotti che passano per il territorio ucraino, c’è stata la necessità di assicurare forniture ininterrotte all’Europa. La mossa di Barroso è dovuta anche alle vicende di qualche anno fa, quando la Russia decise di chiudere i rubinetti all’Ucraina a causa di alcuni debiti non saldati. In quel caso la Russia, dopo l’elezione di un governo filo-occidentale in Ucraina, aumentò a livelli record il prezzo del gas all’Ucraina, eliminando il contratto di favore precedentemente in vigore. In quel caso, oltre all’Ucraina, enormemente fu danneggiata anche l’Europa, che vedeva molto del suo fabbisogno energetico non soddisfatto.

Francesco Di Matteo

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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