Brasile: Dilma Rousseff contro Marina Silva
Due donne per una delle potenze emergenti del pianeta: il 5 ottobre, Dilma Rousseff e Marina Silva si contenderanno la presidenza del Brasile e stando ai sondaggi sarà un testa a testa. Aécio Neves, del Partito della Social Democrazia Brasiliana, ha un supporto intorno al 15 per cento. È una gara a due, quella in Brasile: Dilma Rousseff contro Marina Silva.
La corsa verso la presidenza appare così serrata che nei giorni scorsi è dovuto scendere in campo anche Lula. L’ex presidente, figura ancora popolarissima in Brasile, ha appoggiato esplicitamente Dilma Rousseff, candidata alla rielezione e membro del suo stesso partito (il Partito dei Lavoratori), sostenendone tra l’altro il programma di esplorazione petrolifera.
Secondo i sondaggi, Marina Silva è un’avversaria da tener d’occhio. Candidata del Partito Socialista Brasiliano, ex ministro dell’Ambiente, di colore, 56 anni, icona dell’ecologismo e figura di riferimento della comunità evangelica, Marina Silva si presenta ai brasiliani come la faccia della politica che non si è sporcata con la corruzione, la donna che vuole dare rappresentanza agli ultimi, ai poveri, lei che povera lo è stata in gioventù. Sostiene che bisogna dare più spazio alle energie rinnovabili (eolico, vento, biomasse) e ha tra i suoi obiettivi la difesa della foresta Amazzonica.
Photo by Talita Oliveira – CC BY 2.0
I suoi avversari la accusano di avere posizioni arretrate nei confronti dei diritti della comunità gay, di essere troppo inesperta per guidare un paese come il Brasile e di essere pericolosamente orientata a ridurre gli investimenti nel settore petrolifero – una decisione che secondo Rousseff finirebbe col sottrarre risorse che lo stato potrà riversare nella sanità e nell’istruzione. Marina Silva ha dichiarato di voler riavvicinare il Brasile agli Stati Uniti ma i suoi contendenti le rimproverano anche di aver fatto capire poco sulle sue reali intenzioni in politica internazionale: con chi vorrà mantenere rapporti, con chi vorrà stringerne di nuovi, se manterrà i legami con i paesi dell’area.
Impegnata in una massiccia campagna elettorale televisiva, Rousseff ha annunciato di voler estendere i programmi di welfare e ha difeso le proprie scelte sostenendo che sono la continuazione delle politiche di Lula, vale a dire quelle politiche che hanno protetto i lavoratori, ridotto la disoccupazione e tirato fuori dalla povertà oltre trentacinque milioni di brasiliani. A sostegno delle sue parole Rousseff ha citato spesso un documento del Programma Alimentare Mondiale, secondo il quale negli ultimi dieci anni il Brasile ha fatto grandi passi in avanti nel ridurre la malnutrizione tra la popolazione.
Da parte sua, Marina Silva rimprovera all’attuale governo di aver contribuito a far crescere l’inflazione e a ingolfare la crescita economica. Tagliando le inefficienze e combattendo la corruzione, Marina Silva sostiene poter varare politiche di bilancio efficaci ed equilibrate, senza penalizzare i programmi di welfare e mettendo un freno alla crescita dei prezzi.
Per ora le critiche non sembrano aver danneggiato Marina Silva. Mancano un paio di settimane all’appuntamento elettorale e lo scenario più probabile è quello di un ballottaggio che metterà una di fronte all’altra proprio Dilma Rousseff e Marina Silva. I sondaggi degli ultimi giorni propongono numeri contrastanti: per alcuni l’attuale presidente è in risalita, per altri sta perdendo punti. Su una cosa però tutti gli analisti concordano: è l’incertezza ad avvolgere le elezioni in Brasile. Il voto del 5 ottobre promette di essere agguerrito come non capitava da molti anni a questa parte.
Immagine in evidenza: photo by Hugo Martins Oliveira – CC BY 2.0