Cei contro Renzi: “Basta slogan, ridisegni l’agenda politica”
“Non siamo interessati all’identikit di Matteo Renzi” ma “noi vescovi diamo già un giudicio quando diciamo che la famiglia non ci pare messa al centro della politica italiana”. Non si scompone Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, alla conferenza stampa conclusiva del consiglio episcopale permanente. L’attacco al premier è drastico. Intransigente. “Basta slogan- continua Galantino- il premier Renzi ridisegni la politica fiscale”. Difficilmente la Chiesa era intervenuta così duramente nei confronti del Presidente del Consiglio o della politica tutta. E mai così esplicitamente.
Lavoro e articolo 18. La riflessione del segretario della Cei, con questi chiari di luna, non può riguardare solo il premier. Anche i sindacati finiscono nelle mire della Santa Sede. “La Chiesa pensa che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che lo cercano- ha affermato il numero due della Cei- il dibattito sull’articolo 18 sì, articolo 18 no è meno centrale e io vi vedo troppe bandiere che sventolano”. Traduzione: basta con le ideologie da quattro soldi. Su questo si è soffermato a lungo Galantino: “è vero che molti nei sindacati vogliono la conservazione dell’esistente” ma “lo sguardo in avanti non si realizza mettendosi l’uno contro l’altro” perché “la categoria del contro è sterile” e porta solo a “morti da una parte e dall’altra”. Per un attimo il segretario generale della Cei indossa anche la bandiera grillina: “troppa gente, nei sindacati e nella politica, piuttosto che cercare soluzioni al drammatico problema del lavoro, bada a tenere alto il numero dei propri iscritti”.
Pedofilia e famiglia. Qualche domanda, ça va sans dire, arriva anche sul caso dell’arresto (ai domiciliari) per l’ex nunzio Jozef Welosowski, accusato di pedofilia. “Non c’è nessuna volontà di coprire la pedofilia- ha risposto Monsignor Galantino- ma il resto della società che sta facendo per debellare questa piaga?” (replica quantomeno discutibile, aggiungiamo noi). E, aggiunge ostinato: “la pedofilia non è solo un problema della Chiesa”. Una logica del “così fan tutti “ piuttosto preoccupante. Radicale anche la risposta sulla famiglia che sarebbe in pericolo dal “riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto” o dall’accesso “al matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso”.
Reazioni politiche. Il primo ad abbracciare le parole della Cei è sempre lui, Renato Brunetta. Il più attivo sui social. Appena capta anche un minimo segnale, ci si fionda. E non lascia scampo ad interpretazioni. “A Matteo Renzi. Totalmente d’accordo con le preoccupazioni della Cei. Occorrono fatti, basta parole” cinguetta lapidario il capogruppo di Forza Italia alla Camera. Seguono a ruota, Mara Carfagna che definisce “assolutamente condivisibili” le parole di Minsignor Galantino per aver “centrato in pieno il nocciolo della questione”, e Gianni Alemanno che nota una “sensazione di inconsistenza” da parte dell’Italia e del mondo cattolico “rispetto all’azione del governo Renzi”. Conclude, giulivo, Antonio De Poli (vicesegretario vicario dell’Udc): “Il monito della CEI- twitta- è in perfetta sintonia con quanto l’Udc sostiene da tempo”. E cosa sostiene? “La Costituzione stabilisce cos’è una famiglia tradizionale. E soprattutto la società. Quando i nostri soldati morivano in guerra esclamavano mamma prima di essere ammazzati. Non urlavano altro. Non posso immaginare una famiglia composta da due Ugo” (Giovanardi, 2 luglio). Per noi, invece, è difficile immaginare una famiglia composta da un De Poli o da un Giovanardi qualsiasi.
Giacomo Salvini