L’Isis a Kobane: lo Stato Islamico ai confini con la Turchia
L’Isis ha ormai messo le mani anche su Kobane, cittadina siriana a poco più di un chilometro dal confine con la Turchia. I combattimenti proseguono per le strade e secondo la CNN molti curdi che difensono Kobane sono stati uccisi o feriti. Lo Stato Islamico sta entrando dai quartieri orientali e ha intimato alla popolazione di abbandonare l’abitato.
Sono circa 2mila i civili che nella notte hanno lasciato le loro case e sono fuggiti via, secondo il portavoce dei curdi, Mustafa Bali: la gente sta scappando verso la Turchia. Proprio le autorità turche hanno calcolato che nelle ultime settimane 186mila persone hanno lasciato la regione di Kobane. L’esercito turco ha rafforzato la propria presenza al confine bloccando le persone in fuga.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i miliziani dell’Isis controllano il quartiere di Kani Arabane e quello di Maqtala al Jadida, oltre alla zona industriale. Già da ieri pomeriggio su un edificio della città sventolava una bandiera nera dell’Isis proprio sotto lo sguardo dei militari della Turchia, paese membro della Nato. L’offensiva è scattata oltre una settimana fa.
Photo by Peter Mulligan – CC BY 2.0
Mettere definitivamente le mani su Kobane assicurerebbe ai miliziani dell’Isis il controllo di un territorio vasto oltre 100 chilometri: da lì fino a Raqqa. RaiNews ha sottolineato che questo “renderebbe più agevole il movimento dei combattenti e i rifornimenti logistici, fino alla frontiera con la Turchia”.
La presa di Kobane avrebbe anche un profondo significato simbolico: l’Isis infatti avanza e conquista nonostante i bombardamenti della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Nelle ultime ore i militari americani hanno detto di aver condotto attacchi contro postazioni dell’Isis anche nei pressi di Kobane, colpendo mezzi e postazioni.
Altri attacchi intorno a Kobane dovrebbero essere condotti nelle prossime ore, ma la CNN ha raccolto il parere di alcuni funzionari americani secondo i quali potrebbe essere difficile procedere con raid aerei sulla zona a causa della vicinanza del confine con la Turchia.
Ma colpire solo dal cielo sembra non essere sufficiente: l’avanzata dell’Isis nonostante i raid aerei riporta a galla il nodo irrisolto della presenza di soldati sul terreno. Un’ulteriore conferma, seppur indiretta, arriva dal fatto che negli ultimi giorni gli Usa hanno schierato anche elicotteri militari per supportare le truppe irachene che combattono l’Isis non lontano da Baghdad: i soldati iracheni hanno bisogno infatti di supporto aereo ravvicinato, i bombardamenti degli aerei e dei droni non sono sufficienti.