Genova, Renzi: “Via la burocrazia, pronti 2 miliardi”. Il sindaco Doria: “Potrei dimettermi”
A tre giorni dal disastro di Genova, il presidente del Consiglio Matteo Renzi interviene sulla sua pagina Facebook. Con un lungo post rivendica l’azione del suo governo per la prevenzione del dissesto idrogeologico del paese.
Intanto il sindaco della città, Marco Doria, pesantemente contestato nelle ultime ore dai cittadini, non esclude di poter rassegnare le dimissioni. “Le dimissioni? – ha detto poco dopo il primo cittadino – posso anche pensarci e se fossi sicuro che le mie dimissioni accelerassero le procedure per gli interventi lo farei anche subito”. Il sindaco Doria ha quindi spiegato che il comune sospenderà i termini per il pagamento di Tasi, Imu e Tari per “tutti coloro che certificheranno di essere stati danneggiati dall’alluvione “. Poi si è rivolto al governo: “Chiedo – ha aggiunto – che anche lo Stato avvii le procedure necessarie per evitare che chi ha riportato danni ingenti sia chiamato a pagare tasse che non è in grado oggi di pagare”.
Tra gli alluvionati è andato anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della città e presidente della Conferenza dei vescovi. Ha camminato tra il fango del Borgo Incrociati, dove è anngato tre giorni fa l’ex infermiere Antonio Campanella e dove nel 1970, nella prima grande alluvione di Genova, morirono 44 persone. “Nessuno – ha detto il cardinale – deve vedere lo Stato distratto e lento che per assicurare legalità e trasparenza fa affondare nel fango chi ha perso tutto”. I cittadini colpiti dall’alluvione devono poter “contare su aiuti adeguati e tempestivi, senza procedure lente, complicate e inutili. È l’ora della solidarietà – ha detto il cardinale -ma è anche l’ora della giustizia tra le istituzioni e i cittadini. Nessuno deve sentirsi dimenticato, nessuno deve vedere lo Stato distratto e lento”.