Hong Kong: lotta per le strade di Mongkok
Continua la lotta tra manifestanti e polizia per le strade del quartiere Mongkok. Ieri le forze dell’ordine avevano smantellato un presidio dei pro-democrazia, teatro delle proteste delle ultime tre settimane, senza incontrare resistenza. La situazione sembrava nuovamente tornata sotto il controllo delle autorità.
Oggi, invece, 9000 persone si sono riversate per il quartiere di Hong Kong e hanno parzialmente ripreso il controllo di Argyle Street fino a Nathan Road, arteria del quartiere limitrofo di Kowloon, spingendo la polizia oltre un grande incrocio.
Ombrelli contro manganelli e spray al pepe: il bilancio dei tafferugli è di circa 50 manifestanti feriti. Sentito dall’agenzia di stampa Euronews un testimone ha dichiarato: “la polizia è molto violenta ha usato anche gli ombrelli per colpirci”.
Andy Tsang Wai-hung, il capo della polizia, ha giustificato così il ricorso alla violenza: “la polizia è stata estremamente tollerante nelle ultime due o tre settimane rispetto agli atti illeciti compiuti dai manifestanti. Lo abbiamo fatto nella speranza che potessero calmarsi. Ma purtroppo questi manifestanti hanno scelto di andare avanti con i loro atti illegittimi e sono diventati ancora più radicali e violenti”.
Al bilancio bisogna aggiungere 15 agenti contusi. Strette le manette introno ai polsi di 26 persone: sono accusate di aggressione, ostruzione alle operazioni di polizia e detenzione di armi offensive.
I leader della protesta ribadiscono di non cercare lo scontro con la polizia semmai di voler dialogare con il governo. È stato il capo del Partito Democratico Lam Cheuk-re a rincarare la dose nei confronti delle forze dell’ordine accusate di provocare sistematicamente serie lesioni ai manifestanti.
Carrie Lam, chief secretary del governo di Hong Kong, incontrerà gli studenti martedì così riporta il Sunday China Morning Post. Sembra che a Pechino vogliano chiudere in fretta la questione senza tuttavia cedere completamente di fronte alle proteste. Il timore è che i tumulti che stanno attraversando la regione amministrativa speciale possano contagiare altri territori che chiedono maggiore autonomia.