Cottarelli se ne va, ma ci lascia il suo piano di tagli, quanto Renzi ne terrà conto?
Prima di tornarsene al FMI togliendosi dei sassolini dalle scarpe Cottarelli ha lasciato al governo italiano il piano per la spending review promesso, ora tocca a Renzi e ai suoi ministri e forse ancora più ai loro ministeri e stutture burocratiche decidere se adottarlo o meno.
Cottarelli ha pensato a una serie di misure per tagliare 34 miliardi in tre anni senza stravolgere il sistema di welfare attuale, quindi una ipotesi in un certo senso conservativa, considerando quindi che si potrebbe fare certamente di più. Vediamo le più significative:
– Una parte importante sono i tagli agli acquisti di beni e servizi, 0,8 miliardi a fine 2014, 2,3 a fine 2015 e 7,2 a fine 2016, riducendo del 24% gli acquisti responsabilità del Consip, la Centrale Acquisti del ministero dell’economia, ovvero la metà del totale, riducendo le centrali appaltanti da 32.000 a massimo 30–40, cioè Consip, regioni, città metropolitane per acquisti “sopra soglia”. Risparmio previsto: 7,2 miliardi
– I fabbisogni standard sono un altro punto fondamentale: Cottarelli vorrebbe commisurare le spese dei comuni e degli enti locali sulla base dei più virtuosi, ovvero calibrare le risorse che vanno ai comuni in base ai costi di chi è efficiente e della capacità fiscale standard. Risparmio previsto: 2 miliardi
– L’Italia ha più unità di polizia ogni 100mila abitanti di Germania, Francia, Inghilterra e di tutti i Paesi del Centro-Nord Europa, oltre che un numero maggiore di corpi di polizia, la spesa annuale è di 20 miliardi, solo dall’efficientamento delle polizie individuali (anche senza sinergie) si potrebbero risparmiare 1,7 miliardi
– Riduzione dei trasferimenti inefficienti alle imprese: meglio privilegiare solo trasferimenti con controprestazioni, trasferimenti essenziali (per esempio, aree terremotate), sostegno a ricerca e sviluppo, trasferimenti che non influenzano significativamente l’indebitamento netto (per esempio crediti agevolati), risparmiando sul resto il tutto valutabile in circa 2,2 miliardi di euro
– Riduzione delle partecipate, avevamo già parlato dei progetti di Cottarelli in merito, riassumendo si tratta sempre di procedere a efficientamento (incluso fusione), aumento tariffe, chiusura per partecipate che non forniscono servizi pubblici, piani di ristrutturazione, il tutto per poter risparmiare almeno 2,2 miliardi.
– In Italia i trasferimenti a ferrovie (per esercizio e investimenti) per chilometro eccedono del 55% il livello europeo. Cottarelli propone una graduale riduzione dell’eccesso di sussidio attraverso efficientamento, prioritizzazione, investimenti e aumento tariffe, potendo così racimolare 1,5 miliardi in 3 anni
– Difesa: l’italia spende lo 0,2% sul PIL più del resto d’Europa, che corrispondono a 3,2 miliardi, il piano di efficientamento dovrebbe comprendere questo capitolo, con il rientro delle truppe dall’Afghanistan e altre misure come anche quelle citate da Cottarelli nel suo usltimo sfogo sulle auto blu degli ufficiali. Risparmio prudenziale: 2,5 miliardi
– Dal 2009 la spesa sanitaria è rimasta invariata contro una diminuzione delle altre voci del 10%, Cottarelli preme per la piena applicazione dei costi standard, che dovrebbero essere mantenuti a livello regionale per evitare aumenti della tassazione locale. Risparmio potenziale: 2 miliardi
– Sulle pensioni, la componente di spesa, ricordiamolo, che più si discosta dalla media europea, è prevista una serie di azioni, come il contributo provvisorio sulle pensioni più alte, che dovrebbe poi rifluire in un generale provvedimento di de-indicizzazione per gli anni a venire (è stata effettuata negli anni passati, ma prevista come provvisoria), inoltre viene previsto un adeguamento della contribuzione femminile a quella maschile, come del resto richiesto dalla UE, inoltre viene considerata anche una revisione delle pensioni di guerra, che stanno andando ai superstiti delle vittime, e una riduzione delle percentuali relative alle pensioni di reversibilità. Nel totale i risparmi dal fronte pensione sarebbero di 3,4 miliardi in 3 anni
– Un tipico risparmio di tipo tecnologico sarebbe quello generato dall’utilizzo da parte della Pubblica Amministrazione della fatturazione elettronica, assieme ovviamente ai pagamenti elettronici, e alla razionalizzazione dei Ced, ovvero dei Centri Elaborazione Dati, che ora sono ben 11 mila. Risparmio totale: 2,5 miliardi
Si passa poi a una serie di proposte che individualmente contano per meno di un miliardo, ma che implementate insieme danno luogo a risparmi notevoli:
– Quelle relative alla “casta”, per cui si va dal divieto di cumulo delle pensioni con le retribuzioni per cariche punnliche alla riduzione stessa di tali cariche, i consiglieri regionali, comunali, ecc, (400 milioni), ai tagli alle spese degli organi costituzionali, tagli che questi si sono auto-risparmiati in questi anni, infatti si tratta di organi che hanno il potere di decidere autonomamente dal governo i capitoli di spesa, una parte verrà dal cambiamento della natura del Senato (500 milioni). Altri 500 milioni vengono regime dal taglio delle province, dalla riduzione degli stipendi dei dirigenti pubblici (almeno a livello europeo) e dal taglio delle consulenze altri 800 milioni. In totale questa voce porterebbe al risparmio di 2,2 miliardi
– Gestione diversa degli immobili con una razionalizzazione della presenza sul territorio, una revisione normativa su permute e altri istituti, global service per amministrazioni centrali, benchmark non più in termini di mq per persona ma di costo per persona, per un risparmio di 500 milioni
– Riduzione dell’inqunamento luminoso con lo spegnimento dell’illuminazione extraurbana ed urbana esterna e di aree non residenziali, risparmi: 300 milioni
– Una riforma di organi come le prefetture, le capitanerie di porto, i vigili del fuoco, che però dovrebbero collaborare ed elaborare piani di risparmio, così come per altre amministrazioni periferiche, il CNR, gli uffici scolastici provinciali, gli archivi notarili, magari da accorpare, inoltre le comunità montane da sopprimere e ridurre. Risparmio totale: 900 milioni
Come è evidente, anche se non sono cifre lontanamente paragonabili a quelle che i più liberisti sognano, e non mettono in campo un mutamento strutturale del sistema di stato sociale, per esempio nel rapporto tra pubblico e privato, tuttavia anche questi interventi più ragionieristici che politici incidono molto, a voler leggere tra le righe, sull’occupazione di dipendenti statali di un gran numero di enti, se non in termini di licenziamento, sicuramente di mobilità, o di privilegi.
Un altro punto che mette in pericolo la sua realizzazione è che molti organi, dalla Corte Costituzionale, alle Camere, alle prefetture, sono sovrane e un serio tentativo di loro riforma non può essere effettuato senza una loro collaborazione attiva, la collaborazione di quella classe di mandarini che Cottarelli ha recentemente criticato.
Tuttavia il grosso delle decisioni da prendere è politico, ovvero quanto di tali proposte sarà recepito dal governo Renzi? Sono già incluse nel DEF in cui venivano previsti tagli in modo vago senza specificare di cosa? Renzi e il suo partito in tutte le sue componenti come vedono questo stilicidio di piccoli tagli che non risparmiano nessun settore?