Messico, il massacro di Iguala de la Independencia: arrestato il sindaco Abarca Velázquez
Il sindaco di Iguala de la Independencia, José Luis Abarca Velázquez, e sua moglie, María de los Ángeles Pineda Villa, sono stati arrestati: secondo i magistrati messicani, sono accusati di avere organizzato la sparizione dei 43 studenti in collusione con i boss del cartello della droga Guerreros Unidos, e il movente sarebbe pressoché imbarazzante.
Lo scorso 26 settembre, era previsto a Iguala de la Independencia un evento politico durante il quale sarebbe intervenuta la moglie del sindaco, mentre un gruppo di studenti della Escuela Normal Rural “Raúl Isidro Burgos” di Ayotzinapa si era recato proprio nella stessa città per celebrare l’anniversario del massacro di Plaza de las Tres Culturas a Tlatelolco (2 ottobre 1968) e, soprattutto, per manifestare contro le “pratiche discriminatorie” di assunzione dei nuovi docenti.
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Le forze di polizia locale avrebbero dovuto, quindi, garantire la sicurezza della manifestazione ma, secondo i magistrati messicani, sono state “istruite dal sindaco” a fare di tutto per evitare che le proteste potessero danneggiare il comizio di sua moglie. Il resto è noto: la polizia locale aprì il fuoco sugli studenti, che furono poi catturati e 43 di loro consegnati al gruppo Guerreros Unidos, con l’obiettivo di eliminarli.
È stata formulata l’ipotesi che gli studenti siano stati bruciati vivi, e a sostenerla attivamente è il sacerdote messicano Alejandro Solalinde Guerra, coordinatore del centro Pastoral de Movilidad Humana Pacifico Sur del Episcopado Mexicano e direttore del rifugio Hermanos en el Camino, che offre assistenza ai migranti feriti o che hanno bisogno di aiuto in Messico.
Secondo il sacerdote, i ragazzi sono stati bruciati mentre erano ancora vivi e il governo messicano sarebbe a conoscenza di ciò, pertanto starebbe ostacolando le indagini impedendo agli esperti di analizzare liberamente le prove.
Tuttavia, proprio a tal proposito, il governatore dello Stato di Guerrero Ángel Heladio Aguirre Rivero ha annunciato le proprie dimissioni per “facilitare l’inchiesta” sulla scomparsa dei 43 studenti.
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