Bindi silura il premier “Abbiamo Dna differenti. Faccio fatica a riconoscermi nel suo Pd”
Rosy Bindi è più che battagliera che mai. Lo ha dimostrato ieri nel battibecco tutto televisivo con Deborah Serracchiani, esponente di punta del nuovo corso renziano nel Pd. In un’intervista a Libero, l’ex presidente dem ha voluto rimarcare la netta distanza, ideologica e di visione del partito, che intercorre tra lei e il premier. “Non scherziamo: io e Renzi non abbiamo lo stesso Dna. E poi la Leopolda non è la manifestazione del Pd, ma qualcosa che va ben oltre il Pd, come dice Renzi stesso. Ecco, in quel ben oltre faccio fatica a riconoscermi”. Secondo l’esponente del Pd, Renzi ” ha una straordinaria capacità di interpretare il tempo in cui viviamo e di capire il sentire degli italiani di oggi, sommato alla sua velocità in tutto” ma ha molti difetti come “il cinismo e l’arroganza, che lui stesso rivendica con orgoglio. Renzi sembra disposto a tutto pur di vincere”.
“Renzi – aggiunge – più che un innovatore, è un secolarizzatore dei valori della sinistra, anche quella di ispirazione cristiana. La sua rottamazione è una categoria culturale. Non ha rottamato solo le persone, ma le fondamenta del Pd che stavano nell’Ulivo. Il cambiamento non dovrebbe passare mai attraverso il taglio delle radici”. Oltre tutto “non credo affatto che la sua sia un’idea di sinistra”.
Bindi critica anche il Jobs Act renziano. “L’impianto complessivo che non mi convince, perché si continua a introdurre elementi di flessibilità e a non finanziare la dignità del lavoro”. Non mancano bastonate al governo: “Forse dovremmo riflettere: mentre nei sondaggi Renzi è al 50%, il Governo è sotto il 20%. Io avrei scelto i ministri con criteri diversi, avrei chiamato le donne e gli uomini più autorevoli che ci sono”.
Infine un altro attacco al premier. “Tende a delegittimare tutti coloro che non sono d’accordo con lui. Ma sul Quirinale, niente scherzi – avverte Bindi – Quel posto è di Romano Prodi“.