Renzi all’attacco: “Non consentiremo a vecchia dirigenza di riprendersi il Pd. Noi siamo il partito del futuro”
Matteo Renzi chiude la quinta edizione della Leopolda rivendicando l’operato del suo governo e attaccando chi, a suo dire, mina l’integrità del Pd. Il premier parte subito in quarta spiegando ai presenti il vero significato della manifestazione fiorentina: una convention dove ci si confronta e si parla dei problemi dell’Italia. “Siamo qui per dirci che ci vogliamo bene, per dire tante cose affettuose, piene di entusiasmo. Ma siamo qui per anche indignarci quando vediamo e leggiamo le rappresentazioni banali che vengono fatte di noi. Cose lontane dalla realtà”. “Questa – aggiunge Renzi – è la Leopolda, il luogo è lo stesso ma noi siamo al governo, io, noi, e se siamo al governo non è per occupare una sedia o scaldare il posto o per mantenerci al governo o consolidare noi stessi, ci tocca cambiare il paese, perché quella bicicletta ce la siamo andati a prendere, ora è arrivato il momento di prenderci terribilmente sul serio”. “Ci raccontano – continua il premier – che facciamo le cose un po’ per caso, come pezzetti di puzzle messi qua e là. Noi, invece, non solo abbiamo un disegno organico, ma partiamo dal fatto che il mondo è interconnesso, un gran casino e che l’Italia ha un futuro se cambia sè stessa ma deve liberarsi di alcune paure”.
Quando arriveremo al traguardo, i professionisti della gufata ci riconosceranno dalla maglia rosa. #Leopolda5 pic.twitter.com/5zbtKPc18R
— Adesso Partecipo (@AdessoPartecipo) 26 Ottobre 2014
Il presidente del Consiglio si rivolge direttamente a chi ha partecipato alla manifestazione della Cgil di ieri a Roma, tra i presenti molti esponenti della minoranza dem. “Rispettiamo tutti ma c’è una cosa che non consentiremo a chi ha detto che la Leopolda è imbarazzante. Non consentiremo a quella classe dirigente di riprendersi il Pd per riportarlo dal 41 al 25%, non consentiremo di fare del Pd il partito dei reduci, saremo il partito del futuro e dei pionieri, valorizzando la memoria del nostro popolo ma la memoria senza speranza è per il museo delle cere, non per l’Italia del domani”. Renzi non ha paura che il partito si divida, anzi. “Se le manifestazioni che abbiamo visto in questi giorni sono politiche, io le rispetto e non ho paura che si crei a sinistra qualcosa di diverso. Sarà bello capire se è più di sinistra restare aggrappati alla nostalgia o se è più di sinistra prevedere il futuro, innovare, cambiare. Staremo e vedere, lo vedremo, decideranno i cittadini. Sono anni che le sinistre arcobaleno, la sinistra radicale cercano di mettere un’ipoteca e tutte le volte che hanno cercato di fare lo strappo hanno perso loro, facendo perdere anche l’Italia”. “A chi va in piazza a manifestare dico, con il rispetto che si deve, che questa storia qui in Europa la porta avanti solo l’Italia, l’idea di cambiare il modo di percepire l’Europa, è del Pd” aggiunge Renzi.
POSTO FISSO NON ESISTE PIU’ – Renzi, dal palco della Leopolda, spiega come il posto fisso ormai non esista più. “Di fonte al mondo che cambia a questa velocità, puoi discutere quanto vuoi ma il posto fisso non c’è più. Siccome è cambiato tutto, la monogamia aziendale è in crisi, un partito di sinistra che fa: un dibattito ideologico sulla coperta di Linus o chi perde il posto di lavoro trova uno Stato che si prende carico di lui?”. E per cambiare le cose, convegni e manifestazioni sono inutili, assicura il premier. “Per anni ci siamo divisi in modo profondo tra chi voleva combattere il precariato organizzando manifestazioni, e chi voleva farlo organizzando convegni: ma il precariato si combatte innanzitutto cambiando la mentalità delle nostre imprese, e le regole del gioco”.” Quando si apre un cantiere c’è subito una convention di pensionati che si raduna ai lati e dice, scuotendo la testa, non si fa così”. “Nel 2014 – insiste Renzi – aggrapparsi ad una norma del 1970 che la sinistra di allora non votò è come prendere un I phone e dire dove metto il gettone del telefono? O una macchina digitale e metterci il rullino. È finita l’Italia del rullino”.
L.STABILITÀ: RENZI, NON È MANOVRA ELETTORALE – “Con la legge di stabilità abbiamo tagliato 18 mld di euro di tasse, non è manovra è una retromarcia, è una riduzione senza uguali nella storia della Repubblica. Non è un’operazione elettorale ma di giustizia sociale. Questa è la sinistra”.
UE:RENZI,NESSUNO È COSÌ STUPIDO DA IMPICCARSI SU 0, – “In Europa per me è una battaglia tutte le volte ma non perchè mi metto a litigare sullo zero virgola. Nessuno in Europa è cosi stupido da impiccare un paese ad una virgola ma c’è un atteggiamento, paradossalmente portato da alcuni italiani, per cui l’Italia non solo è un problema”. Così Matteo Renzi nel suo intervento dal palco alla Leopolda.
L’ELOGIO A NAPOLITANO – “Vorrei che arrivasse un grande affettuoso saluto» a Giorgio Napolitano”. «Viviamo un tempo delicato – ha detto Renzi – in cui ci sono straordinarie espressioni di bella politica. Vorrei citare una persona, che in questi mesi ho imparato a conoscere meglio dal punto di vista personale, il Capo dello Stato”. “Quando si sentono tante menzogne nei confronti del nostro Presidente della Repubblica, credo sia doveroso che l’Italia per bene faccia sentire tutto l’affetto”.