Israele: indetta “giornata della rabbia”

Pubblicato il 31 Ottobre 2014 alle 14:38 Autore: Guglielmo Sano

Il Monte del Tempio di Gerusalemme è un luogo sacro, oltre che per i cristiani, anche per gli ebrei e per i musulmani. Gli ebrei usano recarsi in preghiera presso il “muro del pianto” ovvero ciò che resta delle mura di contenimento occidentali del tempio di Jhwh (secondo la Bibbia edificato nel X secolo avanti Cristo) dopo la distruzione operata dai romani nel 70 dopo Cristo.

Per i musulmani il Monte del Tempio è sacro perché vi si trova la roccia, oggi all’interno della Cupola della Roccia che da essa prende il nome, dalla quale Maometto venne assunto in cielo. Verso il 20 avanti Cristo l’orografia originaria del monte venne modificata e venne realizzata un’ampia spianata: la spianata delle Moschee, che ospita la Moschea di Omar (Cupola della Roccia) e la Moschea Al-Aqsa, tornata a rappresentare in questi giorni le rivendicazioni palestinesi come quelle dell’ultra destra israeliana.

Il rabbino Yehuda Glick, esponente del movimento Haliba che si propone di “raggiungere la libertà e i diritti civili completi per gli ebrei sul Monte del Tempio”, e i suoi sostenitori chiedono che la spianata delle Moschee torni a essere esclusivamente ebraica e, di conseguenza, interdetta ai musulmani. Israele, dopo la vittoria riportata nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, ha ceduto l’amministrazione della spianata alla Giordania che a sua volta l’ha ceduta all’autorità palestinese.

israele moschee

Dopo il tentato omicidio del rabbino Glick, avvenuto nella serata di mercoledì, e gli scontri seguiti all’uccisione da parte delle forze speciali israeliane di Muatnaz Hijazi, un 32enne accusato di essere il killer, il premier Nethanyahu ha ordinato di chiudere la spianata.

Per Abu Mazen, capo dell’autorità palestinese, è stata una “dichiarazione di guerra”: la spianata non veniva chiusa da 14 anni, da quando l’allora capo dell’opposizione israeliana Ariel Sharon, con una “passeggiata” di fronte alla Moschea Al-Aqsa, non scatenò la seconda intifada.

Nella mattinata di oggi la spianata è stata parzialmente riaperta alle preghiere musulmane: l’accesso è consentito alle donne e agli uomini con più di 50 anni. Per questo da Al Fatah, il maggiore partito palestinese, oggi hanno indetto la “giornata della rabbia” per esprimere “l’opposizione del popolo palestinese a ogni attacco contro i luoghi sacri e soprattutto la Moschea al-Aqsa, la profanazione di al-Aqsa è una dichiarazione di guerra religiosa contro la popolazione palestinese e la nazioni arabe islamiche”.

 

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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