Multe Marino, il sindaco di Roma nella bufera
Multe Marino: è giallo a Roma dove il sindaco deve fare i conti con una nuova bufera: 8 multe risultano non pagate.
Contravvenzioni scattate tra il 26 giugno ed il 25 luglio di quest’anno e sospese con un codice che in genere indica un ricorso al Prefetto o al giudice di pace.
Il giallo coinvolge ancora una volta la sua Panda rossa. Era balzata agli onori della cronaca perché parcheggiata davanti a Palazzo Madama nei posti riservati ai senatori. Marino non era ancora sindaco e aveva chiesto ed ottenuto il posto per sfuggire ad atti vandalici in seguito a delle minacce ricevute da lui e dai suoi familiari.
Ora l’origine del mistero sarebbero le multe non pagate per essere entrato nella zona a traffico limitato che racchiude il centro. La vicenda è già oggetto di una interrogazione parlamentare firmata da Andrea Augello del Nuovo Centrodestra.
Marino, il sindaco ciclista, colui che ha dichiarato guerra alle auto nel centro storico triplicando i costi dei permessi e raddoppiando il ticket del parcheggio sulle strisce blu, non avrebbe pagato 8 multe per un importo totale di 640 euro. Importo al quale andrebbero aggiunti i costi di notifica e gli interessi.
Secondo quanto stabilito dal Testo Unico degli Enti Locali, non può avere una “lite pendente” con il comune che guida pena la decadenza. Ma perché allora risultano registrate con il codice usato in caso di ricorso? L’ipotesi di Augello è che le multe sarebbero state bloccate d’ufficio dalla stessa amministrazione comunale glissando il tutto come un errore d’ufficio e non di una ritardata richiesta del titolo del beneficiario. Le contravvenzioni sono scattate infatti nel periodo intercorso tra la data di scadenza del vecchio contrassegno e l’inizio della validità del nuovo. Marino sarebbe corso ai ripari facendosi fare una lettera da un dirigente del Dipartimento “Risorse economiche” che attesterebbe la presenza della sua macchina in una sorta di “lista bianca”.
Un procedimento che per i comuni cittadini scatta in automatico subito dopo il mancato rinnovo del contrassegno. La versione del Campidoglio è che le multe non sarebbero state mai notificate. La dicitura ricorso sarebbe in questo caso soltanto “l’attivazione del meccanismo di autotutela da parte dell’amministrazione”.
Ma la realtà dei fatti ci dice che per entrare nella “lista bianca” bisogna aver già richiesto il nuovo pass. Inoltre, in questo caso, la targa della macchina in questione verrebbe riconosciuta dal varco elettronico evitando in principio la registrazione delle eventuali multe nei tabulati. Nemmeno la tesi del meccanismo di autotutela sembra reggere. In questo caso, fatta eccezione per un intervento dei vigili urbani stessi, le multe dovrebbero essere cancellate. Se fosse scattata l’autotutela poi, le multe non potrebbero essere state notificate.
A nome di Marino risulterebbero poi una trentina di ricorsi avviati prima che diventasse sindaco per altre contravvenzioni. A meno che quei ricorsi non siano stati tutti risolti, anche qui si andrebbe contro quanto stabilito dal TUEL. Un vero mistero insomma. Un giallo dalla difficile risoluzione.