Salvini: “O tutti condannano la violenza o mi fermo qui”. La Questura smentisce: “Ha cambiato programma all’ultimo minuto”
Torna a parlare il leader della Lega Nord Matteo Salvini riguardo l’aggressione subìta sabato scorso a Bologna nei pressi di un campo rom che si accingeva a visitare: “O tutti , senza se e senza ma, condannano e rifiutano qualsiasi tipo di violenza, oppure io mi fermo. Tra l’aggressione a Bologna, la sede della Lega di Trento attaccata, una stella a cinque punte con minacce sulla sede della Lega di Parma, ci troviamo davvero di fronte ad un clima bruttissimo” dichiara Salvini, ponendo l’accento sul crescendo di fenomeni violenti ai danni di leghisti attivisti e politici.
Già qualche giorno prima dell’aggressione all’auto di Salvini da parte di alcuni giovani, la consigliera leghista del Comune di Bologna, Lucia Borgonzoni, fu presa a schiaffi ed insulti da una rom del campo nomadi di via Erbosa.
Si difende intanto il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, che in merito all’incresciosa vicenda di sabato dice: “Chi è sottoposto a tutela deve fornire alla polizia gli orari e il programma dettagliato dei suoi spostamenti in modo che vengano predisposti i servizi del caso, cosa che sabato non è avvenuta, e l’onorevole Salvini fra l’altro viaggiava su un’auto privata, quando in casi del genere si deve usare un mezzo delle forze dell’ordine. Inoltre noi sapevamo solo che verso le 11 doveva far visita al campo, la questura di Milano non ci ha comunicato altro perché non era stata informata. Abbiamo aspettato fino alle 11,50 e il capo della Digos ha inviato un sms chiedendo dove fossero. Poco dopo ci hanno chiamati: erano già al parcheggio dell’ippodromo coi giornalisti. A questo punto ci siamo mossi, ma due minuti dopo la consigliera ci ha ritelefonato dicendo che erano stati aggrediti”.