Israele: sale la tensione con i palestinesi
Torna a salire la tensione in Israele, dove ieri una ragazza di 25 anni è stata accoltellata a morte nella colonia di Alon Shvut in Cisgiordania mentre due soldati sono rimasti feriti. A Tel Aviv un militare israeliano era ucciso poche ore prima.
Gli aggressori
L’autore dell’aggressione alla colonia di Alon Shvut è un palestinese di 30 anni originario di Hebron. Sarebbe affiliato alla Jihad islamica. Tra il 2000 e il 2005 era stato in carcere: aveva cercato di attaccare una pattuglia israeliana. A uccidere il soldato a Tel Aviv secondo le autorità sarebbe invece stato un 18enne di Nablus entrato clandestinamente in Israele.
La reazione di Hamas
Hamas ha elogiato l’aggressione al militare a Tel Aviv: “È un passo benvenuto nella giusta direzione che mostra la tenacia del nostro popolo di resistere all’occupante e lottare contro i suoi crimini ad Al-Aqsa e a Gerusalemme” ha dichiarato il portavoce di Hamas all’estero Hussam Badran, secondo il quale si tratta di una “riposta all’esecuzione di un giovane arabo di Kafr Kanna da parte della polizia israeliana, con il sostegno della leadership politica di Israele”.
Photo by Michele Berenicetti – CC BY 2.0
La risposta di Israele
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “Risponderemo”, promettendo una decisa reazione alle violenze. “A tutti coloro che dimostrano contro lo Stato di Israele e per la Palestina dico una cosa semplice: vi invito a passare dall’altra parte, verso l’Autorità nazionale palestinese o a Gaza. Non vi creeremo difficoltà” ha affermato il premier.
Le tensioni tra israeliani e palestinesi
Due episodi distinti, quelli di ieri, che fanno salire ancora di più la tensione tra israeliani e palestinesi dopo l’estate segnata dal conflitto a Gaza. Da settimane ormai si registrano disordini nell’est di Gersualemme, nel nord di Israele e a Tel Aviv. Dopo i due attacchi di ieri, la polizia israeliana ha denunciato lanci di pietre contro le forze dell’ordine a Nazareth, vicino Betlemme e a Beersheva. Le violenze potrebbero non cessare tanto presto.
Come scritto dal quotidiani Haaretz, questi episodi stanno minando il senso di sicurezza degli israeliani e condurranno le autorità di Tel Aviv verso una risposta quasi scontata: la presenza di militari, in Israele come in Cisgiordania, sarà intensificata. E storicamente ciò conduce a ulteriori e più aspre tensioni.
Il ruolo di Netanyahu
La pressione su Netanyahu è forte e viene da più lati: dall’esterno ma anche dall’interno. Il prossimo appuntamento elettorale è nel 2017 ma il premier sta cercando di tenere insieme una coalizione traballante i cui lati più a destra lo accusano di non essere in grado di fronteggiare la minaccia del terrorismo. Secondo il Parlamentare arabo israeliano Ahmed Tibi, una estesa rivolta palestinese potrebbe esplodere sia dentro che fuori i confini di Israele se Netanyahu non deciderà di allentare la tensione.
Immagine in evidenza: photo by Israel Defence Force – CC BY 2.0