Svezia, Islanda e Finlandia: governi in affanno
Tra sondaggi negativi e voti di fiducia rischiosi, i governi di Svezia, Islanda e Finlandia vivono un autunno di pochi alti e molti bassi. Le situazioni di partenza sono diverse – a Stoccolma l’esecutivo ha appena cominciato a lavorare mentre in Finlandia tenta di arrivare a fine legislatura, ad esempio – ma i punti di arrivo si assomigliano.
I socialdemocratici in Svezia
In Svezia il Partito Socialdemocratico continua a perdere consensi tra la gente: lo voterebbe il 28,3 per cento degli svedesi, ed è la soglia più bassa toccata da quando il premier Stefan Löfven ha assunto la guida del partito nel gennaio del 2013. I motivi? All’interno del partito sostengono che si tratta solo dell’impazienza della gente desiderosa di vedere gli effetti del cambio di governo.
L’istituto Demoskop (autore del sondaggio) propone invece una lettura più politica: in Svezia gli elettori sono insoddisfatti nel vedere che i piccoli partiti riescono ad avere una grande influenza sulla vita del paese.
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Il governo in Islanda
Va peggio in Islanda, dove secondo un sondaggio della MMR appena un elettore su tre si dice soddisfatto dell’operato del governo di centrodestra. Il Partito Progressista del premier Sigmundur Davíð Gunnlaugsson può contare sul 12,3 per cento dei voti virtuali (in risalita rispetto al 10,1 dell’ultima rilevazione) mentre il partner di governo del Partito dell’Indipendenza è al 23,6 (in discesa rispetto al precedente 26,1).
All’opposizione è Futuro Radioso la compagine più forte: 18,6 per cento, più del 16,1 che otterrebbero i socialdemocratici se si andasse oggi al voto. Un notevole risultato lo raggiungerebbe anche il Partito dei Pirati, dato al 11,3 per cento.
Le proteste a Reykjavík
Cheil governo in Islanda non se la passi bene lo si è visto in questi giorni in occasione delle manifestazioni di protesta di fronte al Parlamento. Lunedì scorso erano in 1.500 fuori dall’Alþingi. La settimana prima si erano contate 4.500 persone. Al centro delle proteste, il sistema sanitario e l’azione del governo che ha tra i problemi da risolvere quello del debito privato.
In Finlandia un governo sul filo del rasoio
In Finlandia invece il governo è sopravvissuto all’ennesimo voto di fiducia. Venerdì scorso il Parlamento ha espresso la propria posizione nei confronti dell’esecutivo: 97 a favore contro 94. Le opposizioni hanno così mancato l’obiettivo di rovesciare il governo: sarebbe stata la prima volta in 56 anni.
Nel corso della legislatura l’esecutivo ha dovuto affrontare più di una volta un voto di fiducia. Quello di venerdì scorso però è stato diverso dagli altri: la maggioranza infatti può contare su un solo seggio in più dell’opposizione dopo l’uscita dal governo dell’Alleanza di Sinistra e dei Verdi: 101 deputati su 200, numeri che terranno a rischio l’esecutivo da qui fino alle elezioni dell’anno prossimo.
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