Ue, ecco il Piano Juncker: 21 miliardi per muoverne 315
Una ventina di miliardi che nelle speranze di Bruxelles ne dovrebbero muoverne centinaia. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha presentato al Parlamento europeo la sua strategia per rimettere in moto il Vecchio Continente. Il Piano Juncker si fonda su 21 miliardi di euro di capitale pubblico ma secondo il neo presidente della Commissione sarà in grado di muovere complessivamente 315 miliardi di investimenti nel corso dei prossimi tre anni. “I contributi degli stati saranno fuori dal deficit e dal debito” ha precisato.
Il Piano Juncker
Il Piano Juncker prevede la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (l’Efsi) con un capitale iniziale di 21 miliardi di euro: la Commissione ci metterà otto miliardi presi dal Bilancio Ue, garantendo l’erogazione successiva di altri otto. La Bei (la Banca per gli Investimenti) ne metterà altri cinque.
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L’effetto leva del Piano Juncker
Il Piano conta di poter generare 315 miliardi di euro di investimenti tra il 2015 e il 2017. Secondo Juncker, infatti, “ogni euro investito ne genererà 15” da parte dei paesi membri e dei privati. Lo scopo è quello di “drenare denaro verso i paesi che più hanno sofferto per la crisi” ha affermato il presidente della Commissione, secondo il quale occorre pensare all’Europa nel suo complesso: “Se abbiamo più crescita in Spagna sarà bene per la Francia, se c’è più crescita in Francia andrà bene per l’Italia e la maggiore crescita nei paesi del Sud sarà a favore della Germania”.
I progetti
“Penso a un bambino di Salonicco che deve entrare in una scuola moderna, con i computer. Penso ai servizi ospedalieri. Penso al pendolare francese che potrà andare al lavoro in tram, risparmiando la benzina, migliorando la qualità dell’ambiente” ha detto Juncker, aggiungendo che “il Piano non va politicizzato, spero non ci siano giochi politici. È un progetto per attirare e ottimizzare investimenti. Indietro non si torna”. Il Piano Juncker toccherà settori come la sanità, i trasporti, l’energia, la scuola e dovrà essere operativo entro giugno del 2015. La scelta dei progetti sarà affidata a esperti: a Bruxelles sono arrivate 1800 proposte per complessivi 1100 miliardi.
“Eliminare gli ostacoli burocratici”
“L’Europa sta girando pagina dopo anni di sforzi per promuovere la credibilità fiscale e le riforme” ha commentato Juncker. Nel Vecchio Continente “c’è un paradosso enorme: nonostante la liquidità nelle banche, gli investimenti non rimbalzano”, ha dichiarato il presidente: per questo è “essenziale eliminare gli ostacoli burocratici”.
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