Nuovi record negativi per l’edilizia, prosegue il calo dei prezzi
La timida ripresa c’è, tra segnali contrastanti e contraddittori (come il nuovo calo degli ordinativi a marzo), ma non certo nell’edilizia, che continua la sua spirale al ribasso cominciata ormai vari anni fa.
Come si vede dal seguente grafico, la produzione del settore edilizio tocca un nuovo minimo, essendo ridotta al 68% del livello del 2010, dopo una risalita da 70 a 75 nel 2013, ad agosto, che si è rivelata illusoria.
Si tratta di un calo maggiore di quello dell’industria ormai, ma soprattutto è il trend a impressionare, visto che la discesa sembra approfondirsi invece che cessare.
D’altronde non può essere altrimenti in un mercato in cui i prezzi delle case sono in piena deflazione come si vede di seguito:
Si sa che oltre a trattarsi di un fenomeno che comprime i margini delle aziende edili, e ne spinge molte, già molto indebitate, al fallimento, provoca anche, come in altri settori, un dilazionamento della domanda, a causa delle attese di ulteriori ribassi di prezzi.
E questo lo vediamo chiaramente nel seguente grafico sulle variazioni tendenziali:
Mentre il calo nei prezzi delle abitazioni esistenti si attenua man mano, quello delle abitazioni nuove invece va approfondendosi, si tratta del mercato che chiaramente dà più lavoro alle aziende edili, mentre quello delle case esistenti, con le ristrutturazioni, alimenta altri canali che infatti stanno risententendo un po’ meno della crisi.
Vi è quindi una convergenza tra i tassi di calo dei prezzi di case esistenti e nuove. Vi è da dire che il fatto che ancora a inizio 2013 il prezzo delle case nuove fosse in salita non era per nulla normale, dopo 4 anni di crisi economica, ed era in controtendenza con altri Paesi colpiti dalla crisi economica.
Si è trattato di un ritardo non salutare, che rispecchia i ritardi con cui in genere l’Italia accoglie i trend provenienti dall’estero, sia positivi che negativi, siamo tra gli ultimi a risentire delle crisi tanto da illuderci di esserne esenti (successe anche con la stagnazione del 2002), e non voler prendere radicali provvedimenti conseguenti, in questo caso sarebbe stato abbassare da subito i prezzi anche delle case nuove, e soprattutto tra gli ultimi a uscirne, spesso proprio per questo atteggiamento irresponsabile.