Mafia Capitale, altri due arresti a Roma Contatti tra coop Buzzi e cosche ‘Ndrangheta
Nuovi arresti nell’inchiesta Mafia Capitale che sta sconvolgendo Roma.
Le indagini dei carabinieri del Ros hanno evidenziato “interessi comuni” dell’organizzazione romana e della ‘ndrangheta: in particolare hanno documentato come, a partire dal luglio 2014, Salvatore Buzzi con l’assenso di Massimo Carminati avesse affidato la gestione dell’appalto della pulizia del mercato Esquilino a Giovanni Campennì, ritenuto “imprenditore di riferimento” della cosca Mancuso, attraverso la creazione di una Onlus denominata “Cooperativa Santo Stefano”.
I carabinieri sono riusciti a documentare, inoltre, come già nel 2009 Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta di Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli con riferimento all’esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il Cpt di Crotone.
Secondo gli investigatori, dunque, Ruggiero e Rotolo avrebbero fornito uno “stabile contributo” alle attività di ‘Mafia Capitale’ proprio avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con “qualificati esponenti” della ‘ndrangheta.
Tutto ciò attraverso quello che viene definito “un rapporto sinallagmatico” tra le due organizzazioni mafiose che, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate da ‘Mafia Capitale’, ha consentito l’inserimento della cosca Mancuso, rappresentata da Giovanni Campennì, nella gestione dell’appalto pubblico a Roma.
Perquisita una terza persona
Una terza persona, indagata a piede libero, è stata perquisita. Gli interventi dei carabinieri, disposti dal Gip di Roma su richiesta della procura distrettuale antimafia, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia. Le indagini avrebbero dimostrato, sottolineano gli inquirenti, come gli indagati, ritenuti organici all’organizzazione ‘Mafia capitale’ abbiano assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi, sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), egemone nel territorio vibonese.
Intercettazioni “Siamo andati dalla cosca per Buzzi”
“Il fatto sta così, che io sono andato dai Mancuso per Buzzi Salvatore e i Mancuso mi hanno mandato a sto soggetto…”. È una frase di un’intercettazione del Ros – di cui è stato diffuso il video – in cui Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati e ras delle cooperative sociali, incontra Salvatore Ruggiero e Rocco Rotolo, arrestati oggi per associazione mafiosa. I due, secondo l’accusa, avrebbero assicurato il collegamento tra la ‘ndrangheta – la cosca Mancuso in particolare – e le cooperative di Buzzi.
Alla conversazione partecipa un quarto uomo il cui viso è stato oscurato dagli investigatori. “Rocco, lui, è il nipote di Peppe Piromalli – dice Ruggiero nell’incontro, tra alcune macchine forse in un parcheggio -. Siamo andati…così funziona dai Mancusi (sic), il perno centrale che comanda…capito…dice ‘alt compari, un attimo, parliamo’…ci siamo messi a parlare ‘noi siamo…in questo periodo bersagliati…sappiamo tutto ciò che è successo a Vibo … noi siamo bersagliati dai giudici…dai cosi…però chiamiamo un ragazzo…che è pulito nella legge e quindi…Ci siamo dati appuntamento e ci ha presentato questo gingillo diciamo…capisci? e funziona…così…nei perni centrali…sono confusi…”.
“Ora non è che Buzzi pensa che io gli ho mandato sto soggetto alla cooperativa – dice Rotolo -…il fatto sta così, che io sono andato dai Mancuso per Buzzi Salvatore e i Mancuso mi hanno mandato a sto soggetto…quindi io non lo conosco”.