Francia Marine Le Pen: “La Tortura? Si combatte il terrorismo con quello che si ha”
Da Parigi – “Le persone che si occupano dei terroristi e che cercano di carpirgli informazioni utili a salvare vite civili sono persone che si fanno carico di una responsabilità (…) Se ci sono stati abusi, questo spetta agli americani stabilirlo”. Marine Le Pen, presidente del partito di estrema destra francese Front National, ha commentato così la fresca pubblicazione del rapporto, da parte del Senato degli Stati Uniti, sull’utilizzo della tortura da parte della CIA all’indomani dell’11 settembre 2001. La leader populista era ospite del faccia a faccia politico mattutino del canale all-news BFMTV: “In caso di una bomba pronta ad esplodere, con il rischio di fare 200 o 300 vittime (…) è utile far parlare una persona”. “Anche per mezzo della tortura?”, l’ha incalzata il giornalista, al quale l’erede di Jean-Marie Le Pen ha replicato allargando le braccia: “Con i mezzi che si hanno”.
Lo sdegno di Acat
Immediate sono state le reazioni di sdegno alle frasi dell’eurodeputato FN, sia da parte del mondo politico francese che dall’associazionismo contro i trattamenti inumani e degradanti. Nei confronti di Marine Le Pen si è scagliata in particolare l’ACAT, l’Associazione dei Cristiani per l’abolizione della Tortura, che attraverso un comunicato stampa ha ribadito come “Marine Le Pen non si rende minimamente conto di quello che dice. Il Senato americano stesso ha riconosciuto che le torture inflitte dalla CIA non sono servite a nulla nella lotta al terrorismo (…) Lottiamo contro il terrore con la giustizia e la democrazia, mai attraverso la tortura. Ecco un’ulteriore prova che il Front National non ha mai a cuore i problemi morali. Dopo il razzismo e la xenofobia, Marine Le Pen se la prende con un altro cardine dello Stato di diritto: il divieto assoluto della tortura”.
Una tradizione “lepenista”
Più tardi, la stessa Marine Le Pen avrebbe corretto il tiro su Twitter: “Interpretazione errata [delle mie frasi]. Dinanzi al terrorismo, nessun pietismo. ‘I mezzi che si hanno’ sono i mezzi dati dalla legge, di certo non la tortura”. Nonostante le precisazioni, i detrattori della rampolla frontista hanno immediatamente ricondotto il Marine-pensiero alla “tradizione” lepenista su questo tema, avviata con il vecchio leader Jean-Marie Le Pen. Al presidente onorario del partito vengono imputati da decenni atti di tortura nel corso della Guerra di Algeria, nel 1957, quando faceva parte del 1° reggimento di paracadutisti. Pratiche mai del tutto rinnegate dal fondatore del FN: “Certi metodi duri negli interrogatori erano necessità assolute, perché occorreva trovare le bombe (…) Normalmente, secondo il diritto di guerra, si dovrebbe procedere alle fucilazioni”.
Niccolò Inches
Twitter: @niccolink