Qatar, Isis: ci sono anche i sauditi dietro lo Stato Islamico
Lo spettro dell’estremismo islamico torna a impaurire l’Occidente. A Sydney sono 5 le persone in ostaggio all’interno di una cioccolateria del centro: il sequestratore, a quanto riferisce il The Sydney Morning Herald, dopo aver mostrato una bandiera riconducibile alla formazione jihadista delle Brigate Al Nusra, ha chiesto che gli venisse portata una bandiera dello Stato Islamico. In cambio ha promesso la liberazione di alcuni ostaggi.
Il Qatar finanzia l’Isis
Secondo il rapporto della Fondazione statunitense per la difesa della democrazia (FDD) l’Isis sarebbe supportata finanziariamente dal Qatar. Molti esperti di questioni mediorientali hanno commentato il rapporto aggiungendo che dietro lo Stato Islamico ci sarebbe anche il Kuwait ma soprattutto l’Arabia Saudita. Questa è l’opinione, innanzitutto, del Senior policy fellow presso il Consiglio Europeo per le relazioni estere Andrew Hammond, il quale precisa che “Kuwait e Arabia Saudita finanziano gruppi jihadisti tramite privati”.
Per il direttore dell’Istituto per gli Studi Mediorientali russo Yevgevny Satanovsky: “la storia della nascita e del rafforzamento dello Stato islamico è la storia della guerra in atto tra gruppi terroristici finanziati dal Qatar e gruppi terroristici finanziati dall’Arabia Saudita”. Entrambi gli studiosi hanno convenuto sul fatto che la relazione della FDD, think thank vicino ai conservatori, non ha rivelato nulla di nuovo. Semmai tale rapporto è la conferma del fatto che gli Usa hanno chiuso un occhio di fronte al comportamento dei propri alleati arabi.
Il ruolo dell’Arabia Saudita
Hammond, autore del libro “The Islamic Utopia: the illusion of reform in Saudi Arabia”, ha detto che il silenzio sulle responsabilità dell’Arabia Saudita di Usa e Israele da una parte e l’attacco concentrato su quelle del Qatar dall’altra, si spiega in base al fatto che quest’ultimo ha sostenuto Hamas durante l’ultima guerra di Gaza, a differenza di Riyad. “L’Arabia Saudita, insieme agli Emirati Arabi Uniti, ha concordato con Israele un allineamento su molte questioni politiche”, ha aggiunto Hammond.
L’obiettivo di questo accordo tra Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein, Giordania e Qatar, tutti stati governati da una leadership sunnita, e Israele era la deposizione di Bashar Al Assad, leader siriano appartenente alla setta sciita alawita, sostenuto dall’Iran capo indiscusso degli sciiti nel mondo. La scelta di sostenere l’Isis, però, si sta ritorcendo contro gli stessi stati arabi sunniti. Lo Stato islamico adesso minaccia i confini proprio dell’Arabia Saudita che sta rafforzando il confine con l’Iraq oltre ad aver inviato 30mila soldati che si uniranno al corpo di spedizione che l’Egitto ha mobilitato contro l’esercito dell’Isis.