Lazio e spese pazze, 13 ex consiglieri regionali Pd rischiano il processo
Le spese pazze nel Lazio continuano a tenere banco. Dopo lo scandalo che, a fine 2012, terremotò la maggioranza di centrodestra e la giunta Polverini (tutti ricorderanno le gesta di Franco “Er Batman” Fiorito”), l’attenzione del procuratore di Rieti Giuseppe Saieva si è incentrata stavolta sul gruppo Pd in Consiglio regionale.
Secondo gli inquirenti, nel triennio 2010 – 2012 il gruppo avrebbe sperperato ben 2 milioni e 600 mila euro in spese elettorali. Tra le quali, ovviamente, è ricompreso di tutto, tra pranzi, cene e perfino partite a caccia e sagre del tartufo. I consiglieri si pagavano con i soldi pubblici le multe, i biglietti aerei e pure gli addobbi per l’albero di Natale. C’è poi chi ha messo in conto una bottiglietta d’acqua da 45 centesimi.
Con ogni probabilità l’inchiesta, dopo un anno e mezzo di indagini, si concluderà con richiesta di rinvio a giudizio per 13 ex consiglieri regionali accusati di reati che vanno dalla truffa aggravata al peculato, dalle fatture false all’illecito finanziamento ai partiti. Ex consiglieri che intanto hanno fatto carriera e sono diventati deputati e senatori: Marco Di Stefano, Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Claudio Moscardelli, Francesco Scalia, Daniela Valentini.
Non era, quindi, solo il centrodestra a fare man bassa dei rimborsi elettorali in regione: anche i dem non si sono risparmiati. La vicenda getta ulteriori ombre sullo stato comatoso del partito romano: il lavoro che avrà davanti il commissario Matteo Orfini si annuncia ancor più duro.