Riforma fiscale, spunta norma “Salva Berlusconi”, Renzi blocca il decreto
Silvio Berlusconi potrebbe beneficiare di una norma contenuta nello schema di decreto legislativo “certezza del diritto” per vedere cancellata la condanna per frode fiscale che gli è stata inflitta nel processo Mediaset e azzerati gli effetti della legge Severino nei suoi riguardi, con il pieno ritorno all’agibilità politica. La previsione normativa che potrebbe riguardare Berlusconi è contenuta nello “schema di decreto legislativo recante disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente”, approvato di recente dal consiglio di ministro e pubblicato sul sito del governo.
Nel provvedimento è prevista l’introduzione, nel decreto 74/2000 sui reati tributari, di un art. 19-bis che esclude la punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata”. A conclusione del processo Mediaset Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione (tre condonati) e a due anni di interdizione dai pubblici uffici per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2% dell’imponibile. Pertanto, attraverso un incidente di esecuzione, l’ex premier potrebbe beneficiare delle previsioni della nuova norma e ottenere la cancellazione della condanna, cui seguirebbe, di conseguenza, l’azzeramento degli effetti della legge Severino, a cominciare dai sei anni di incandidabilità. Sempre secondo quanto scrivono i quotidiani, i giuristi sono, tuttavia, divisi sull’interpretazione della norma, che potrebbe non riguardare il reato di frode fiscale, ma solo l’infedele dichiarazione.
Il testo a quanto si apprende, è stato fatto bloccare dal premier Renzi. “Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: noi ci fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone e dimostreremo che non c’è nessun inciucio strano” ha dichiarato il premier al Tg5, Palazzo Chigi ha fatto sapere che il premier “ha chiesto questa mattina agli uffici di “non procedere alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato”. Che dovrà ora tornare in Consiglio dei Ministri.
Il dietrofont di Renzi non placa le polemiche all’interno del Pd. Stefano Fassina, ex responsabile economico del partito e acerrimo rivale del premier, non le manda a dire: “Un articolo non entra per caso in un testo di legge soprattutto se in precedenza è stata contestata dal Ministero dell’Economia, che è responsabile del testo in prima battuta. La prima cosa che il governo deve fare è chiarire una volta per tutte chi ha scritto quell’articolo. Esiste una responsabilità precisa sia sul piano tecnico che su quello politico e sarebbe irricevibile da parte del governo una spiegazione che non faccia luce su entrambi i punti: chi ha voluto la norma e chi l’ha scritta e inserita nel decreto”.
“E’ una vicenda che , in ogni caso, mette in luce l’approssimazione e la disinvoltura con cui agisce chi maneggia le leggi, il che non non può riverberarsi sull’intero processo legislativo”. “E poi c’è un secondo punto, che è politico – continua Fassina – il testo triplica la soglia per la definizione di reato penale, portandola da 50 a 150mila euro, e stabilisce che chi emette o utilizza fatture false non può essere perseguito se il valore della truffa è inferiore a mille euro. Sono modifiche che vanno eliminate subito perché il principio è sbagliato: più si evade, più si viene premiati”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la prodiana Sandra Zampa, vicepresidente del partito: “E’ un articolo che avrebbe un effetto talmente eclatante che mi meraviglierebbe che qualcuno pensasse di farlo passare inosservato un provvedimento studiato per salvare Silvio Berlusconi è una bomba che prima o poi ti esplode tra le mani e con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica alle porte e la legge elettorale da approvare siamo in un momento in cui non puoi dare l’impressione di fare qualcosa simile a un inciucio. Ma sono rassicurata dal fatto che il premier ha fermato il decreto. Ora il governo faccia chiarezza: individui il responsabile e lo allontani“.