Salva-Berlusconi, Coppi: “Polemiche sulla norma sono un segnale per il Quirinale”
Le polemiche sulla norma “salva-Berlusconi” inserita nella delega fiscale stanno incendiando il dibattito politico di questo inizio anno, che per l’esecutivo guidato da Matteo Renzi si è rivelato particolarmente indigesto. Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi, in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, ha individuato un collegamento tra il vespaio di polemiche innescato dalla norma sul 3% per i reati fiscali e la partita per il Quirinale, “altrimenti – prosegue Coppi – perché Matteo Renzi promette che la pratica sarà rinviata a presidente eletto e dopo la fine dei servizi sociali a Cesano Boscone?”.
Il provvedimento, secondo Coppi, “appare legato alle trattative per il Quirinale, utilizzato come un messaggio mentre ci avviciniamo all’appuntamento per la successione di Giorgio Napolitano. È scorretto per i cittadini che potrebbero beneficiare della soglia del 3% e per il Berlusconi politico. Per fortuna, il problema non mi riguarda”. “Quel che posso evidenziare – sottolinea l’avvocato che ha avuto tra i suoi clienti anche Giulio Andreotti – è che il Tesoro e Palazzo Chigi non potevano non sapere l’esistenza del codice. E mi domando: perché ieri ritenevano giusta la legge e oggi è sbagliata? Colpa sempre di Berlusconi?”.
Lo stesso Coppi è poi intervenuto per smentire un’indiscrezione, diffusa dal sito Dagospia, secondo la quale l’avvocato avrebbe partecipato a una riunione al Ministero dell’Economia per scrivere la norma “salva-Berlusconi” assieme a Pier Carlo Padoan, Luca Lotti (sottosegretario alla presidenza del Consiglio e sherpa di Matteo Renzi) e Franco Gallo, ex presidente della Corte Costituzionale e presidente della commissione tecnica per la riforma tributaria.
“Sono molto curioso – ha dichiarato Coppi – di conoscere le fonti, definite attendibili, dalle quali essa (la notizia, ndr) proverrebbe. Solo la buona educazione e il desiderio di non perdere tempo mi inducono ad astenermi dal commentare questa indegna volgarità e le intuibili ragioni che l’hanno suggerita, così come mi astengo dal commentare quanto sta accadendo in questi giorni (compresa l’attribuzione alla mia persona di pareri e dichiarazioni mai espresse) intorno alla norma in questione”.
Secondo Dagospia, la norma sul 3% sarebbe stata inserita per un duplice scopo: dare un salvacondotto a Berlusconi, consentendogli di riconquistare la tanto agognata agibilità politica, e favorire la corsa al Colle di Pier Carlo Padoan. La replica del Ministero dell’Economia, comunque, non si è fatta attendere: “Il sito Dagospia ha pubblicato una presunta notizia secondo la quale il prof. Franco Coppi avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell’Economia e delle Finanze relativa alla riforma fiscale. Questa notizia è destituita di qualsiasi fondamento e frutto esclusivo di fantasia o di volontà di diffamazione, per la quale sarà valutata la sussistenza degli estremi per un’azione legale”.
Antonio Atte