Charlie Hebdo: la versione ufficiale
Nuovi aggiornamenti riguardanti l’attacco terroristico alla sede parigina del giornale satirico Charlie Hebdo.
L’attentato è il più cruento che la Francia abbia visto dal 1961, dai tempi della guerra in Algeria, quando l’OAS, il fronte anti-indipendenza, fece esplodere una bomba sul treno Strasburgo-Parigi in località Vitry Le Francois, causando 28 morti.
Non è la prima volta che si verifica un attentato a un giornale francese, non è la prima volta che viene colpita la sede di Charlie Hebdo. Già nella notte tra l’1 e il 2 Novembre 2011 il giornale aveva subito un attentato in seguito alla pubblicazione di una vignetta su Maometto (il profeta era stato ritratto in copertina mentre esclamava: “cento frustate se non muori dalle risate”).
In quell’occasione un terribile incendio causato dal lancio di alcune bombe molotov aveva distrutto la sede del giornale che si trovava al civico 62 del Boulevard Davout, nel ventesimo Arrondissement di Parigi. In seguito la redazione di Charlie Hebdo si è spostata in Rue Nicolas Appert, vicino agli uffici del quotidiano Liberation al Boulevard Richard Lenoir, nell’undicesimo Arrondissement.
Le vittime
Sono 12 le vittime confermate fino a questo momento. Tra le 4 e le 7 persone sono rimaste gravemente ferite. 10 sono giornalisti e impiegati del giornale satirico, gli altri 2 sono agenti di polizia. Tra i caduti nell’attacco ci sono i disegnatori di punta del giornale Jean Cabut (Cabu), Georges Wolinski e Bernard Verlhac (Tignous). Deceduto anche il direttore della rivista Stephane Charbonnier, meglio conosciuto come Charb. Da poco è stata confermata la morte di un altro redattore dell’Hebdo, l’economista e scrittore Bernard Maris.
Ogni mercoledì la redazione effettua una riunione straordinaria intorno alle 10, dunque, oggi c’era la massima concentrazione di personale.
Girard Biard, editore capo di Charlie Hebdo, è scampato all’attacco perché si trovava a Londra. Secondo la sua personale opinione, l’attacco non dovrebbe essere ricollegato alle ultime vignette pubblicate sul giornale (una si riferiva allo scrittore Michel Houellebecq che nel suo ultimo romanzo immagina la Francia governata da un musulmano, in un’altra il leader dello Stato Islamico Al Baghdadi augura un buon anno, “pieno di salute”). Biard racconta di non essere a conoscenza di minacce recenti al giornale o ai suoi collaboratori: “non c’era particolare tensione al momento“.
Tuttavia Stephane Charbonnier, secondo Liberation, era sulla lista degli obiettivi di Al Qaeda sin dal 2011.
Gli attentatori
La polizia intervenuta sul luogo dell’attentato riferisce di aver ingaggiato un conflitto a fuoco con il commando. Inizialmente si pensava che esso fosse formato da 3 persone ma il dato non è stato confermato. Al momento si parla di un “numero imprecisato” di componenti del gruppo di fuoco. Alcuni testimoni riferiscono di aver sentito il rumore di almeno 30 spari, che per le caratteristiche descritte dai testimoni si suppone essere stati esplosi da kalashnikov, e di aver visto almeno 5 uomini incappucciati.
Secondo il racconto di Corinne Rey, una grafica del giornale, due uomini armati l’avrebbero costretta a inserire il codice d’accesso che blocca la porta della redazione. La Rey, appena sentiti gli spari, si sarebbe nascosta sotto una scrivania.
Gli attentatori, pare abbiano fatto irruzione nella sede di Charlie Hebdo al grido di “Allah Akhbar”, dopo aver fatto “un massacro, una vera e propria carneficina” per usare le parole di un ufficiale di polizia presente sul luogo, si sono allontanati a bordo di un’auto nera, una Citroen C3, poi ritrovata nel 19esimo distretto nella parte nord-orientale della capitale francese.
Un testimone riferisce che uno degli uomini saliti a bordo imbracciava un lanciarazzi, ma non è l’informazione più importante che questi può fornire. Un terrorista, secondo il suo racconto, si sarebbe rivolto a un passante dicendogli di far sapere ai media che “siamo dell’Al Qaeda yemenita“. La pista è al vaglio degli inquirenti.
A tal proposito Aldo Giannuli, uno dei più noti esperti italiani di intelligence , sul Blog di Beppe Grillo commenta: “c’è da capire se c’è qualche manina non islamica dietro gli attentatori. Beninteso, non ho nessun elemento per escludere che quello che è accaduto sia realmente quello che sembra: una azione di terrorismo di gruppi islamisti radicali, punto e basta. Ma siccome a trarre giovamento da questa strage saranno in diversi (ad esempio il Fn che si appresta a fare vendemmia di voti, di conseguenza anche Putin che proprio sul Fn sta puntando per condizionare l’Europa sulla questione delle sanzioni, in una certa misura anche Israele che rinsalda i vincoli con l’Europa ogni volta che c’è un episodio di questo genere, chiunque voglia destabilizzare la Francia in particolare e l’Europa in generale…) vale la pensa di dare un’occhiata anche ad altre piste“.
Gli uomini del commando sono stati visti l’ultima volta nel momento in cui hanno sequestrato un’altra vettura, una Clio II grigia, utilizzata per darsi definitivamente alla fuga. Il proprietario dell’auto ha soltanto avuto il tempo di chiedere ai terroristi di poter prendere il proprio cane, rimasto nell’abitacolo.
Le misure di sicurezza in tutta Parigi sono ai massimi livelli di allerta. Nell’undicesimo Arrondissement di Parigi sono state fatte evaquare tutte le scuole. Aumentata la vigilanza armata a uffici pubblici, redazioni di giornali, musei. Ancora adesso 3000 agenti di polizia stanno pattugliando le strade parigine.
Le reazioni
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che “l’attacco non minaccia solo la sicurezza dei cittadini francesi ma la libertà di parola e di stampa cuore della nostra cultura democratica“. In difesa della libertà di stampa si sono espressi anche Ban Ki Moon, Cameron e Kerry, l’UNESCO e le associazioni del giornalismo continentale. Al cordoglio per le vittime di Parigi espresso dal mondo politico ha partecipato anche Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea. La comunità musulmana francese si è dichiarata “un’altra vittima dell’attentato”.
Il Presidente del Front National Marine Le Pen ha dichiarato che l’attentato era “prevedibile, secondo le informazioni attualmente disponibili“.
Angelino Alfano, ministro degli Interni, ha convocato per oggi pomeriggio il comitato di analisi strategica Antiterrorismo. In un comunicato Ansa si legge che l’allerta è massima ma non ci sono “segnali specifici” di azioni imminenti anche nel nostro paese, stando a quanto dicono le fonti di intelligence italiane.
Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, ha espresso la propria compassione per i “martiri della libertà, della libertà di stampa pilastro della democrazia“. Indetta una manifestazione di solidarietà a partire dalle 18 in Place de la République. Le maggiori città francesi stanno promuovendo iniziative simili. All’Eliseo sono state ammainate le bandiere.
Su Twitter si è diffuso l’Hashtag #jesuischarlie.
La conferenza stampa del Procuratore Moulins
Le autorità francesi hanno diffuso la ricostruzione ufficiale dell’attentato alla sede del periodico satirico Charlie Hebdo. Tale responsabilità è toccata, come prevedibile, al Procuratore della capitale Francois Moulins. Questi ha, dunque, fatto il punto delle informazioni raccolte e verificate nelle prime ore d’indagine, durante una conferenza stampa delle 18 e 45.
Stamattina, intorno alle 11 e 30, due uomini hanno assaltato il palazzo dove ha sede la rivista Charlie Hebdo. All’ingresso hanno trovato due custodi, dopo avergli chiesto a quale piano si trovasse la redazione, ne hanno ucciso uno. Arrivati negli uffici della rivista, situati al secondo piano, dove si stava svolgendo una riunione, hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Per Moulins è quasi sicuro che i terroristi fossero a conoscenza del fatto che oggi la redazione si sarebbe riunita praticamente al completo.
Al momento dell’attacco i terroristi hanno gridato “Allah Akhbar” e “abbiamo vendicato il profeta“. Le stesse frasi sono state ripetute da uno di essi una volta usciti dall’edificio, come si vede nelle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Il commando, portata a termine l’operazione, è salito a bordo di una Citroen nera ma non prima di aver ucciso un agente di polizia. Sono state ingaggiate 3 diverse sparatorie con le forze dell’ordine giunte sul luogo dell’attentato. Una volta arrivati in periferia i tre hanno abbandonato la Citroen e hanno sequestrato una Clio.
Nel bilancio ufficiale delle vittime: 12 persone uccise (8 giornalisti, un ospite della redazione e un poliziotto incaricato della sicurezza, oltre ai 2 precedentemente detti) e 11 feriti, di cui 4 versano in condizioni molto gravi. Le autopsie avverranno domani mattina.
Moulins ha detto che le indagini si stanno concentrando su 3 individui. Non sono stati aggiunti altri dettagli per via della delicatezza della situazione.
Alle 8 del mattino di domani Francois Holland si incontrerà all’Eliseo col primo ministro Manuel Valls, gli altri ministri e i vertici della sicurezza per gestire lo stato di crisi, riferiscono da Le Figaro.