Milleproroghe, spunta un nuovo “salva Berlusconi”
Decreto Milleproroghe, spunta una nuova norma salva Berlusconi. Dopo la ‘manina’ di Renzi, arriva quella di Rocco Palese: il deputato azzurro avrebbe presentano una pregiudiziale di costituzionalità al decreto, che se accolta potrebbe far saltare il divieto di partecipazioni incrociate tra editoria, televisione e comunicazioni elettroniche.
Il divieto di incroci proprietari, introdotto dal Testo unico dei servizi radiotelevisivi prevede che i soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete, non possano acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani qualora abbiano conseguito ricavi superiori all’8% del valore complessivo del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) in base all’ultimo provvedimento di valutazione economica adottato dall’Agcom. Qualora il divieto non venisse prorogato, Berlusconi avrebbe la possibilità di acquistare le grandi testate nazionali.
La proroga del divieto di incroci proprietari è una questione che va avanti da anni, in particolare da quando era stata oggetto di una segnalazione dell’Agcom il 24 novembre 2010 al governo guidato dallo stesso Silvio Berlusconi, nella quale si auspicava il mantenimento del divieto a tutela del pluralismo dell’informazione. Con la sentenza n. 826 del 1988 della Corte Costituzionale e della Corte di giustizia dell’Unione europea è stato riconosciuto il diritto degli Stati membri a mantenere una legislazione più restrittiva in materia del diritto della concorrenza.
La richiesta ha scatenato l’ira di Sel per i vantaggi che potrebbero derivare per Mediaset. Il capogruppo alla Camera Arturo Scotto ha dichiarato: “siamo alle solite, Forza Italia presenta una pregiudiziale per difendere gli interessi del proprio leader” – che aggiunge: “di fronte al disastro di un provvedimento che non proroga il blocco sfratti per 70 mila famiglie, non si può accettare che qualcuno continui a pensare agli affari della famiglia Berlusconi. Diventa sempre più urgente una normativa rigorosa sul conflitto interessi”.