Mancini striglia Balotelli: “Così non va, ti ridurrai come Adriano”
Non è facile per un tecnico vincente come Roberto Mancini, lottare per obiettivi che non siano i primi posti della classifica. Tuttavia, ciò che ha spinto il tecnico jesino a tornare sulla panchina dell’Inter dopo qualche anno passato tra Inghilterra e Turchia, è stato il cuore. Impossibile dire di no a quel popolo che lo ha sempre amato e al quale ha regalato emozioni indescrivibili. Intervistato dal Corriere della Sera, Mancini traccia un bilancio di questa sua nuova esperienza nerazzurra e lancia un messaggio al giocatore che più di ogni altro ha coccolato, Mario Balotelli.
ADDIO SOGNI DI GLORIA – Mancini ha salutato l’Inter e l’Italia in un momento particolarmente felice: la formazione meneghina aveva appena vinto il suo terzo scudetto di fila e, nel nostro campionato, giocavano ancora un sacco di campioni. Negli anni però, la crisi economica ha toccato anche il calcio italiano, costringendo i club a vendere i pezzi migliori e a virare prepotentemente suoi giovani. All’Inter poi, non c’è più Massimo Moratti, il presidente spendaccione per antonomasia che dopo diciotto anni ha ceduto il club al tycoon indonesiano, Erick Thohir. “E’ dura non dar fastidio per lo scudetto” confessa Mancini, consapevole che l’aria da queste parti è molto cambiata.
Secondo il tecnico, “questo sarà un campionato molto duro per l’Inter ma”, aggiunge speranzoso, “andrà meglio l’anno prossimo”.
“MARIO, STAI ATTENTO” – Le voci di mercato più folli danno Balotelli prossimo a salutare il Liverpool per accasarsi chissà dove. I più romantici sognano inoltre un suo clamoroso ritorno in Italia, magari tra le braccia di Mancini. Il tecnico ammette quanto sia difficile lavorare con l’attaccante “perché”, spiega, “le cose gli entrano da un orecchio e gli escono dall’altro”.
“Mario” aggiunge Mancini, “è un bravo ragazzo, è spesso uscito con i miei figli, ora non sta attraversando un bel periodo ma ha voglia di rialzarsi e tornare a segnare”.
L’ex numero dieci di Sampdoria e Lazio però, lancia l’allarme: “Balotelli è calato molto rispetto a quando l’ho allenato io al City, non si sta rendendo conto che sta sbagliando tante cose, ho paura faccia la stessa fine di Adriano, grande campione ma con la testa non in campo”.