Scissione Pd, Italicum aumenta il solco tra maggioranza e minoranza
Scissione Pd, l’approvazione dell’Italicum aumenta la distanza tra la maggioranza e la minoranza de partito. Le parole di Stefano Fassina a cui risponde il presidente del Pd Matteo Orfini spiegano tutta l’amarezza della minoranza nei confronti dell’atteggiamento del segretario-premier Matteo Renzi.
“Speriamo che il passaggio di ieri non abbia precostituito una soluzione a discapito dell’ autonomia, anche se mi sembra che dal patto del Nazareno si sia passati al partito unico del Nazareno”. È il giudizio – in un’ intervista a Repubblica – del deputato della minoranza Pd Stefano Fassina su quanto accaduto con il voto sull’Italicum: “Una brutta pagina per il Pd: il presidente del Consiglio non ha voluto tener conto di un emendamento che rappresenta non il capriccio della minoranza” ma evitava “una Camera a larghissima maggioranza composta da nominati” in un contesto nel quale “quel che resta del Senato sarà composto di nominati”.
“Il premier – aggiunge – ha scelto Forza Italia e il fatto politico nuovo è che Berlusconi entra in campo con una funzione sostitutiva di una parte del Pd. Questo è molto grave per il governo e per il partito”. Fassina trova le dichiarazioni di Renzi “offensive”: “Quando dice ‘chi frena perde’ Renzi continua nella delegittimazione morale di chi ha punti di vista diversi”.
Scissione Pd, Orfini ammonisce “Chi vota contro fa danni
“È inammissibile che nel Pd ci sia chi vuol distinguersi con propri emendamenti, sorretti poi col voto trasversale di altre forze, dopo che il partito ne ha discusso per mesi”. Lo dice il presidente del Pd, Matteo Orfini, sul voto dei dissenti sull’Italicum, in un’intervista a Repubblica. “Ce l’ho – aggiunge – con tutti quelli che si comportano come se ci fosse un partito nel partito. Il voto in dissenso ha ragion d’essere su temi etici, per ragioni di coscienza. Ma sulla legge elettorale, su un nodo politico per eccellenza? Proprio no. E per giunta pensando di impartire pure lezioni di ‘democrazia internà…”.
A Bersani, che ieri ha riunito 140 parlamentari, Orfini ricorda che “quando era segretario, ripeteva spesso una cosa giusta: il partito è un soggetto politico non uno spazio politico. Un progetto comune, non è che ognuno va per i fatti suoi. Maggioranza e minoranza discutono, ma poi quando si raggiunge un compromesso, si vota”.
Le tensioni ricadranno sul voto per il Quirinale? “Chi pensa di scaricare le tensioni interne sulle istituzioni, disonora la storia della sinistra. E danneggia il paese”, risponde Ordini. È cambiata la maggioranza? “Lettura sbagliata. Una cosa sono le riforme, un’altra il programma di governo”, e Berlusconi non ha mai votato un provvedimento del governo, perché sta all’opposizione. E lì resta”.