Il Giuramento del presidente Sergio Mattarella “Sarò arbitro imparziale, giocatori aiutino”
Oggi il giuramento di Sergio Mattarella. Il dodicesimo Presidente della Repubblica è pronto a giurare e terrà il suo discorso alla Camera.
Renzi: “Oggi giorno di festa”
“Oggi è il giorno della festa, oggi è il giorno del Presidente”. Queste le uniche parole pronunciate dal premier Matteo Renzi, in Transatlantico, in attesa dell’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un caffè veloce alla Buvette (“senza giornalisti, però – ha scherzato – anche se oggi penso sia impossibile”) e qualche saluto con i deputati. Più tardi il premier definirà “bellissimo” il discorso di Sergio Mattarella. Parole condivise da tutti gli esponenti politici, Lega a parte. Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, ha infatti dichiarato che prima di giudicare aspetterà i fatti.
Avete ascoltato il discorso di #Mattarella? Commenti? Impressioni? Io lo aspetto, aldilà delle parole, alla prova dei fatti. #Salvini #Lega
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 3 Febbraio 2015
Alfano e Renzi Insieme
Il leader di Ncd Angelino Alfano è tra i primi ad arrivare a Montecitorio e a fare il suo ingresso in Aula. Il ministro dell’Interno va subito a sedersi ai banchi riservati al governo, occupando proprio la poltrona a fianco di quella destinata al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Quando il premier Renzi si è seduto al suo posto, accanto ad Alfano, c’è stato tra i due un cordiale scambio di battute, nell’attesa dell’ingresso del neo presidente, Sergio Mattarella.
Nelle prime file della tribuna esponenti della vecchia Dc si stanno preparando a seguire l’intervento del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tra gli altri, ci sono Nicola Mancino, Franco Marini, Pierluigi Castagnetti, Gerardo Bianco e Guido Bodrato. Tra gli ex presidenti della Camera, sempre in prima fila, c’è anche un sorridente e abbronzatissimo Gianfranco Fini.
Il giuramento e il discorso di Mattarella
E’ durato circa trenta minuti il primo discorso pronunciato da Sergio Mattarella dopo il giuramento. Riforme, lotta alla mafia e alla corruzione e ruolo dell’Italia e dell’Europa: questi i punti salienti toccati dal dodicesimo Presidente della Repubblica italiana.
Proseguire con le riforme istituzionali ed economiche. Garantire lavoro ai giovani e ridare speranza al popolo, da anni fiaccato da una crisi che “ha inferto ferite ed emarginazioni”, mettendo a dura prova la tenuta del tessuto sociale. Il discorso di Mattarella è fortemente ancorato alla realtà e all’attualità sociale del Paese. Parole puntuali e serene, che si discostano per i toni dalla severa arringa tenuta da Napolitano all’inizio del suo biennio-bis.
“Il volto dei bambini e dei ragazzi, quello degli anziani, il volto di chi soffre, dei malati e delle loro famiglie, quello dei giovani che cercano lavoro e di chi lo ha perduto, il volto di chi non si arrende alla sopraffazione e alle ingiustizie. Sono i volti di donne e uomini, piccoli ed anziani, con differenze condizioni e connotazioni politiche e sociali. Questi volti raccontano di un popolo che deve essere sempre più libero e solidale e che cammini verso la pace”. La parola “popolo” ricorre spesso nel discorso di Mattarella, interrotto per una quarantina di volte dagli applausi dell’Aula.
“Io arbitro imparziale, ma i giocatori aiutino”
“Il Presidente è il garante della Costituzione”, ha sottolineato Mattarella. “Un arbitro imparziale: ma i giocatori lo aiutino con la loro correttezza”. “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna e in ambienti sicuri. Significa garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali ed artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”.
Il ricordo di Falcone e Borsellino
Quello della lotta alla Mafia, con il ricordo dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è stato uno dei passaggi più importanti del discorso di Mattarella. Il Presidente ha voluto ricordare anche il piccolo Stefano Tachè, un “nostro bambino”, ucciso nell’attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma. Alle minacce globali del terrorismo internazionale – ha affermato Mattarella – servono “risposte globali”.
“Milioni di individui e famiglie in fuga dalle proprie case che cercano salvezza e futuro proprio nell’Europa del diritto e della democrazia. E’ questa un’emergenza umanitaria, grave e dolorosa, che deve vedere l’Unione Europea più attenta, impegnata e solidale. L’Italia ha fatto e sta facendo bene la sua parte e siamo grati a tutti i nostri operatori, ai vari livelli, per l’impegno generoso con cui fronteggiano questo drammatico esodo”.
Dopo il discorso tenuto a Montecitorio, Mattarella ha sfilato per le strade di Roma a bordo dell’auto presidenziale (la mitica Lancia Flaminia) verso il Quirinale, dove il Presidente del Senato Pietro Grasso ha accolto calorosamente il neo-presidente, ricordando l’antica amicizia che li lega.