Inchiesta su crimini israeliani a Gaza: si dimette il responsabile Onu Schabas
Il capo della commissione delle Nazioni Unite incaricata di indagare sui presunti crimini di guerra israeliani, durante l’operazione nella Striscia di Gaza della scorsa estate, si è dimesso per le accuse di parzialità rivoltegli da Tel Aviv.
Conflitto d’interesse
William Schabas, giurista e accademico canadese, con una lettera inviata a Joachim Rucker, presidente del Consiglio per i diritti umani dell’Onu, ha ufficializzato le proprie dimissioni dalla presidenza della commissione, formata insieme ad altri 3 esperti, chiamata a far luce sui presunti crimini di guerra compiuti durante l’operazione israeliana di quest’estate nella Striscia di Gaza (quasi 2200 le vittime palestinesi, circa 73 quelle israeliane, in maggioranza militari).
La suddetta commissione pubblicherà la propria relazione tra un mese: per non oscurarne la trasparenza Schabas ha preferito dimettersi. L’esperto canadese è accusato dalle autorità di Tel Aviv di non essere imparziale nel giudizio perché, nel 2012, ha condotto una consulenza legale per l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP).
“La denuncia della mia breve consulenza, a quanto mi risulta, non riguarda il contenuto, che è di natura tecnico-giuridica, ma il sospetto che in qualche modo adesso io sia in debito con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina – ha scritto Schabas nella missiva – pur rifiutando categoricamente tali circostanze, credo di servire al meglio il lavoro della commissione con le mie dimissioni immediate”.
Schabas si augura che la decisione “metterà fine ai dubbi sul conflitto di interesse” sottolineando “la necessità di concentrarsi sul lavoro della missione, nell’interesse delle vittime di entrambe le parti”.
La reazione di Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, d’altra parte, ha commentato la notizia chiedendo che tutto il lavoro della commissione venga accantonato. La commissione – ha aggiunto il primo ministro – ha dato prova di essere un “corpo anti-israeliano” che “nulla ha a che fare con i diritti umani”. Netanyahu, in ultima analisi, ha rincarato la dose contro l’intero Consiglio dell’Onu, accusandolo “di aver preso nel solo 2014 più decisioni contro Israele che non su Iran, Siria e Corea del Nord messe assieme”.