Ucraina: tra lavoro diplomatico e intervento armato
La situazione in Ucraina è in rapida trasformazione. Oggi Angela Merkel è a Washington per ricompattare il fronte della diplomazia. I sostenitori dell’intervento armato pressano Obama.
Diplomazia a lavoro
Il “gruppo di Normandia” formato da Angela Merkel, Francois Hollande, Vladimir Putin e Petro Poroschenko ha deciso di incontrarsi mercoledì a Minsk per sottoscrivere una nuova tregua per l’Ucraina sud orientale. La speranza è di poter stabilire i punti di una road map: la diplomazia europea spingerà Poroschenko e il Presidente russo ad accettare la creazione di una zona demilitarizzata di 50-70 chilometri lungo l’attuale linea del fronte. Tuttavia, come dichiarato da Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, Putin non accetterà toni da ultimatum.
Mentre i ministri degli Esteri della Comunità Europea hanno deciso di rinviare il varo di nuove sanzioni contro la Russia in attesa proprio del colloquio dell’11 febbraio, come affermato dal ministro francese Laurent Fabius, la cancelliera tedesca Merkel è volata a Washington per un incontro con Obama. La Casa Bianca è sempre più sotto pressione: funzionari di alto livello ritengono necessario un qualche tipo di sostegno militare diretto alle autorità ucraine.
Intervento armato
È soprattutto John McCain, senatore repubblicano dell’Arizona, a chiedere che Obama adotti una posizione più dura nei confronti della Russia. L’ex candidato alla Casa Bianca, la scorsa settimana, ha addirittura annunciato di voler scavalcare il dettato presidenziale nel caso in cui Obama temporeggiasse ulteriormente sulla questione dell’invio diretto di armi all’Ucraina.
Angela Merkel è volata a Washington per evitare la spaccatura tra la linea diplomatica europea (Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Austria si sono espressi contro l’invio di armi, infatti, ritengono che difficilmente possa avere una qualche utilità nella soluzione del conflitto) e quella statunitense. Kerry, segretario di stato americano, ha comunque assicurato che Ue e Usa “stanno lavorando a stretto contatto” anche se ancora non è stato escluso ufficialmente un intervento diretto nel conflitto ucraino.