Riforme, Renzi intenzionato ad andare avanti Grillo “Silenzio Mattarella inquietante”
La seduta alla Camera che di ieri notte ha fatto registrare le prime forti tensioni, poi sfociate in rissa. Scene già viste in passato con i deputati in piedi sui banchi che hanno costretto il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti ad interrompere la seduta a più riprese. Dopo le sospensioni i lavori sono ripresi per l’esame del disegno di legge. I gruppi del M5S, di Forza Italia e della Lega hanno chiesto più volte l’interruzione dei lavori ma la richiesta non è stata accordata dal vicepresidente Roberto Giachetti.
Opposizioni sull’Aventino
Nella giornata di oggi intanto sono arrivate le prime dichiarazioni di ostilità da parte di Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Sel, che hanno dichiarato di essere pronte ad abbandonare l’aula al momento delle votazioni. A questi si sono aggiunti anche i gruppi di Fratelli d’Italia e Alternativa Libera (i 10 ex M5S). A loro si è accodata anche Forza Italia con il capogruppo Renato Brunetta che ha tuonato contro il governo: “Abbiamo convenuto come opposizioni di uscire dall’Aula per denunciare la deriva autoritaria della riforma costituzionale e della legge elettorale che hanno assuntoVedranno i sorci verdi. Non è accettabile un governo che abbia questi atteggiamenti”. In Forza Italia però si è registrata una spaccatura con alcuni deputati che sono rimasti dentro. Tra i deputati pro confronto, Saverio Romano, che ha anche preso la parola in aula, Maria Stella Gelmini, Elena Centemero e Stefania Prestigiacomo.
@matteorenzi ti faremo vedere i sorci verdi pic.twitter.com/KFKwX2rqqk
— Renato Brunetta (@renatobrunetta) 13 Febbraio 2015
Renzi va avanti
La minaccia dell’Aventino non ha tuttavia sortito alcun effetto sul premier Matteo Renzi, che, nel corso dell’assemblea dei deputati Pd, ha dettato la linea: “Minacciano di non votare? Problema loro“. Su Twitter è il sottosegretario Ivan Scalfarotto a riportare le affermazioni del leader Pd: “Non ho subìto ricatto Cav – scrive -, non mi farò ricattare da Grillo”. Poi il premier attacca nuovamente il M5S: “Non accettiamo lezioni di onestà da nessuno né lezioni da chi non ha trasparenza fin dallo statuto. Quello che è successo stanotte è un tentativo chiaro di bloccare il governo e non le riforme. Abbiamo cercato una mediazione in tutte le sedi – aggiunge il capo del governo – Ora siamo ad un bivio”. “Da anni la politica non fa le riforme. Noi Ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno. Avanti. Questa è la volta buona” scrive nel pomeriggio il premier che aggiunge “La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo”.
Il premier avrebbe già messo a punto una scadenza. Sabato per gli emendamenti e marzo per il voto finale. L’alternativa è il voto. “Renzi – riporta l’Agi per il tramite di una deputata azzurra – ha spiegato che intende fare chiarezza se si va al voto e che lui è convinto di stravincere”. Intanto alle 19.30 è prevista l’assemblea Pd con presente Renzi. Dopo l’assemblea dei deputati del Pd, Matteo Renzivedrà anche i gruppi di Nuovo centrodestra, Scelta civica e Per l’Italia-Centro democratico.
Il premier, a quanto si apprende da fonti parlamentari, starebbe pensando di andare alla conta all’assemblea del Pd mettendo al voto la sua relazione che impegna i dem ad andare avanti nell’approvazione delle riforme anche senza la presenza delle opposizioni in Aula, linea che la minoranza chiede di ripensare.
Da anni la politica non fa le riforme. Noi Ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno. Avanti. Questa è #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 13 Febbraio 2015
La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 13 Febbraio 2015
Riforme, perplessità dalla minoranza dem
Soltanto poco prima, infatti, il dissidente dem Alfredo D’Attore aveva anticipato la linea della minoranza: le riforme non si possono fare a colpi di maggioranza – aveva detto -, sì al dialogo col M5s. Ecco perché durante l’assemblea con Renzi a ribadire il concetto espresso da D’Attorre è il deputato Gianni Cuperlo che propone di aprire alla richiesta del Movimento 5 Stelle di votare a marzo l’articolo del ddl Boschi sul referendum. “Non possiamo votare le riforme – ha spiegato Cuperlo – con l’aula mezza vuota”. I 5 Stelle però devono rispettare l’accordo di non presentare sub-emendamenti. “Se non dovessero rispettare l’accordo – ha continuato Cuperlo – allora saremo più forti nel dire al Paese che le riforme le votiamo da soli”. Più dura la presa di posizione di Stefano Fassina: “E’ inaccettabile votare” le riforme “da soli, abbiamo fatto il capolavoro politico di ricompattare tutte le opposizioni”. Più tardi, Fassina e Pippo Civati hanno annunciato che non presenzieranno al voto. “Non si cambia la Costituzione in mezzo alle risse” ha invece detto Massimo D’Alema.
Rissa alla Camera, Fiano: non accettiamo diktat
“Il caos è dovuto all’ostruzionismo dei 5Stelle”. La contestata seduta fiume “è una necessità” perché “nessuna maggioranza al mondo può accettare l’imposizione di una minoranza che gli impedisca di procedere”. Il relatore della riforma costituzionale, Emanuele Fiano, intervistato da Repubblica, dice: “Si può impedire la modifica della Costituzione a colpi di ostruzionismo?”. Nel suo partito, aggiunge Fiano, “sbaglia la minoranza dem a porre l’aut aut”, con il voto di coscienza se non passano alcune modifiche, “così non si rispetta la propria comunità politica”. “Abbiamo accolto proposte, suggerimenti, modifiche venute da tutte le parti e che hanno cambiato notevolmente prima al Senato il testo proposto dal governo e ora alla Camera il testo che ci è giunto dal Senato”.
Una volta rotto il Patto del Nazareno, la sinistra dem vuole contare di più? “Gianni Cuperlo in una riunione del gruppo ha proposto questa analisi. Ma le scelte che noi stiamo facendo, accogliendo molte delle proposte della minoranza, prescindono dall’accordo con Forza Italia”.
Riforme, Grillo “Silenzio di Mattarella inquietante”
“Prima si sono picchiati Lega e Ncd. Poi rissa Sel e Pd. Ma domani gli squadristi saranno un centinaio di deputati incensurati che difendono la Costituzione e i cittadini più in difficoltà e che hanno osato gridare ‘onestà, onestà’ in un palazzo infestato da condannati, inquisiti, amici dei mafiosi, autisti dei camorristi e ladri, di denari e di democrazia”. Lo scrive su Facebook Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S. Il suo collega Roberto Fico è più duro: “Oggi in Italia abbiamo un grande problema: il Pd. È il partito della paura, teme tutti italiani. È un partito che provocherà dolore a tutti i cittadini con la sua mancata democrazia. È il partito del no, il partito del non dialogo”. “Oggi la Camera è desolata, deserta. Il Pd si prende la responsabilità delle riforme che sta facendo con violenza e assenza di dialogo. Ieri – incalza Fico – è venuto questo presidente del Consiglio, con le sue smorfie e i messaggini. È venuto per vedere, accertare che i suoi parlamentari hanno operato, hanno fatto il lavoro sporco lavoro. Questo è Renzi, solo chiacchiere e conferenze stampa”. Per Fico, “queste sono riforme scellerate che non interessano il Paese. È importante aiutare le famiglie – dice – non parlare da soli in una bolla vuota. Mattarella è il primo garante della Costituzione, è chiaro che aspettiamo un segnale sul metodo”. Per Grillo invece è inquietante il silenzio di Mattarella. “Il silenzio di Mattarella di fronte allo scempio della Costituzione fatto da Renzie, mai eletto neppure in Parlamento che ieri notte si aggirava come un bullo in parlamento a provocare le opposizioni. Questo silenzio è inquietante, forse peggio dei moniti di Napolitano”. Poi l’attacco al Pd: “Quando un parlamentare del Pd ti stringe la mano non solo dopo devi lavarla, ma devi anche disinfettarla. Usate i guanti di lattice”.
Opposizione martedì da Mattarella
Se non emergeranno conclusioni soddisfacenti, le opposizioni chiederanno di essere ricevute dal presidente della Repubblica: è quanto si apprende da ambienti di Forza Italia durante l’esame della riforma costituzionale e anticipato anche dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta. Brunetta ha contattato il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, per sondare la disponibilità di Sergio Mattarella a ricevere una delegazione di deputati ‘scontenti’. “Abbiamo chiesto di essere ricevuti ed il presidente della Repubblica ci ha fatto sapere che da martedì prossimo ci riceverà gruppo per gruppo” ha detto in seguito Brunetta.