Spese pazze Emilia: altri rinvii a giudizio per Sel, M5S e Fds
Spese pazze Emilia: sono arrivate le richieste di rinvio a giudizio per cinque ex consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna.
Le accuse di peculato sono contestate agli ex 5 Stelle Giovanni Favia e ad Andrea De Franceschi, all’epoca capogruppo del Movimento.
Per Sel-Verdi e gli esponenti accusati sono Roberto Sconciaforni e Gianguido Naldi, mentre per Federazione della Sinistra è sospettata Angela Meo.
Una lunga lista di indagati
Nell’inchiesta sui rimborsi nella regione Emilia, per il periodo che va da giugno 2010 a dicembre 2011, il processo era stato inoltrato per 42 componenti dell’assemblea legislativa. Di recente gli avvisi di garanzia erano arrivati anche per altri tre esponenti della Lega Nord.
Il quadro della rimborsopoli in salsa emiliana è completo e trasversale: sono coinvolti tutti i partiti dal Pd all’ex Pdl, dall’Udc all’Idv. I danni di peculato, come già documentato in molte occasioni, arriverebbero a quasi tre milioni di euro. L’Emilia si è aggiunta l’anno scorso a molte altre regioni d’Italia, tra le quali si trovano soprattutto il Lazio e il Piemonte, per la quantità di soldi rimborsati e per clamore mediatico.
Spese pazze Emilia: a quanto ammontano?
Per i due grillini De Franceschi e Favia si parla, secondo la procura di Bologna, di 98 mila e 7 mila euro di rimborsi.
Per l’unico esponente di Fds c’è anche un’accusa di truffa, più le spese per 151 mila euro. Invece per i due ex consiglieri di Sel-Verdi le cifre ammonterebbero a 77 mila e 17 mila euro.
Attualmente l’unica posizione archiviata dal Gip è quella del Presidente della Regione Stefano Bonaccini, che nel periodo di interesse era consigliere Pd. Inoltre nelle scorse settimane la procura ha delegato la Guardia di Finanza sull’indagine per i rimborsi nel periodo dall’inizio del 2009 a maggio 2010.